I giovani animano il mercato immobiliare ma il mattone rischia seriamente di andare fuori budget. E non solo per colpa dei tassi di mutuo.
Se per la richiesta di mutui c’è tutto sommato qualche possibilità in più per i giovani, per quel che riguarda i prezzi delle case è bene mettersi l’anima in pace: per il mattone non è un buon momento.
O meglio, non lo è per coloro che cercano di investire in questo settore. Del resto, dall’ultimo aggiornamento Istat sul mercato immobiliare, l’aumento dei prezzi nel primo trimestre del 2022 ha fatto registrate uno scatto del 4,6% rispetto al 2021. Una situazione decisamente complicata e, tutto sommato, sconosciuta ormai da una decina d’anni. Il ribasso dei prezzi, infatti, era in discesa, o comunque su un trend abbordabile, almeno dal 2010, ossia da quando l’Istituto di statistica ha iniziato a tenere a registro gli alti e bassi del mercato immobiliare. Un aumento annuo come questo non si era mai visto e questo è già un dato preoccupante. Soprattutto perché, al momento, a pagare dazio è anche il potere d’acquisto, che risente dei tassi di inflazione.
In sostanza, più che di mattone qui si parla di mattonata. Il record riguarda infatti anche le abitazioni esistenti, per le quali si tocca un +4,5% annuo. Per le nuove, il rialzo è addirittura del 5%. Il problema sarebbe da ricercare nei costi di costruzione, aumentati anch’essi. In sostanza, i prezzi degli immobili risentono del trend negativo che ha riguardato praticamente tutti i settori, dai beni primari a quelli di impatto finanziario più elevato. Un dato interessante e diverso rispetto al passato, riguarda l’uniformità dell’aumento: i costi, infatti, salgono indifferentemente su tutto il territorio nazionale.
Mattone, prezzi delle case alle stelle: i motivi dell’ascesa
L’incidenza della pandemia si è fatta sentire anche in questo settore. Non solo in termini di rincari ma anche sulla voglia di cambiare casa. L’Istat, infatti, ha evidenziato come, nonostante la sostanziale incertezza del momento storico e la preoccupazione dovuta al conflitto in Ucraina, gli italiani non rinuncerebbero a cercare nuove abitazioni. Anche per effetti indiretti, come la prolungata attesa all’interno delle proprie abitazioni durante il lockdown e le restrizioni. Tuttavia, si rafforza anche il trend di crescita dei prezzi iniziato nel 2019, subito prima del caos. La crescita dei volumi di compravendita viene definita dall’Osservatorio come “persistente e vivace”. Questo significa un aumento degli scambi del 12% nel primo trimestre, dopo un +15,7% registrato in quello precedente, ossia l’ultimo del 2021.
Per quanto riguarda i tassi, è la Banca centrale europea (Bce) a tenere il filo. Al momento, l’accesso ai mutui non è quanto di più facile ci sia in circolazione. Già a maggio, stando ai dati più recenti dell’Associazione bancaria italiana, i tassi avevano subito un rialzo tale da toccare i massimi degli ultimi tre anni. La salita ha portato i tassi praticamente al 2% (1,93% per la precisione), cosa che non si vedeva da febbraio 2019. Il periodo “aureo” è quindi durato più o meno due anni. E pensare che, nel 2021, a maggio si registrava un interessante 1,4%. Tuttavia, i primi a non arrendersi sono proprio i giovani, grazie alle agevolazioni governative concesse per la prima casa: le richieste principali arrivano proprio dagli under 35, ossia un 35,4% del totale. Interessante notarlo, visto che la domanda complessiva è scesa del 16,8%. Resta comunque l’allarme di Lagarde: il mattone corre “il rischio di una correzione dei prezzi degli immobili”. Acquirenti avvisati.