Bitcoin (BTC), nonostante un inizio anno al ribasso, ha registrato un andamento rialzista a partire dallo scoppio della guerra Russia-Ucraina.
Il prezzo del Bitcoin (BTC) ha nuovamente raggiunto un punto di massimo storico lo scorso anno, poiché il suo valore ha quasi toccato i 65.000 dollari USD nel Novembre del 2021, con picchi importanti anche nel Febbraio e nell’Aprile dello stesso anno.
I primi due picchi di prezzo sono stati legati principalmente ad eventi che hanno coinvolto Tesla e Coinbase. L’annuncio di Tesla di aver acquisito 1,5 miliardi di dollari della nota moneta digitale, così come l’IPO del più grande Exchange di criptovalute degli Stati Uniti, hanno alimentato l’interesse di massa nei confronti della criptovaluta e fatto così salire il prezzo del bitcoin.
La criptovaluta più conosciuta al mondo, tuttavia, ha subito una notevole correzione ad Aprile 2021 in seguito a voci riguardanti una presunta regolamentazione da parte del governo degli Stati Uniti. Un altro motivo, secondo gli esperti, è stato un blackout elettrico nella regione dello Xinjiang in Cina. Questo sviluppo inaspettato ha portato ad un presunto calo del Bitcoin hashrate (il numero di bitcoin che vengono estratti) e di conseguenza molti investitori spaventati hanno venduto la crypto. Il terzo aumento di prezzo è stato invece collegato al lancio di un ETF Bitcoin negli Stati Uniti.
Ora, vediamo come si sta comportando il bitcoin nel 2022!
Bitcoin (BTC) nella prima parte del 2022 è stato caratterizzato da un periodo al ribasso. Il prezzo della nota criptovaluta è iniziato a calare, dopo aver raggiunto il massimo storico di 64.400 dollari USD (circa 56.000 euro) a Novembre 2021, fino a raggiungere i 35.000 dollari a Febbraio 2022.
In seguito, la criptovaluta ha ripreso a crescere fino a toccare i 47.000 dollari, complice anche il conflitto Russia-Ucraina e la conseguente inflazione. Bitcoin è stato considerato dai suoi acquirenti come una sorta di bene rifugio, tanto che in molti lo ritengono “oro digitale”. La nota criptovaluta è stata dunque utilizzata come asset stabile in un contesto economico volatile ed incerto.
Il mondo è stato scosso da una terribile pandemia da cui ancora non è uscito e tutti i Paesi stanno subendo gli effetti della crisi derivante dal conflitto Russia-Ucraina. I mercati valutari e azionari sono fortemente colpiti da una volatilità mai vista negli ultimi anni. Lo status quo dell’ordine geopolitico tradizionale è in fortissima crisi ma nonostante ciò il trend rialzista del Bitcoin sta attualmente continuando.
Ricordiamo però che le criptovalute hanno un andamento molto volatile e che non è dato sapere come si comporterà il prezzo di Bitcoin nel prossimo futuro.
A differenza delle monete fiat, come l’euro o il dollaro statunitense, l’offerta di Bitcoin è finita. Questo perché la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve possono semplicemente decidere di stampare più banconote mentre il numero totale di bitcoin ha un limite prestabilito.
Bitcoin ha un’offerta massima incorporata nella sua struttura pari a 21 milioni di Bitcoin (BTC), di cui circa il 90% è stato raggiunto nel 2021. L’erogazione di Bitcoin si esaurirà nel 2140, grazie al meccanismo di dimezzamento progressivo chiamato Halving. Questo perché il mining diventa sempre più complesso e bisognoso di energia, basti pensare che, secondo l’indice CBECI dell’Università di Cambridge, il Bitcoin consuma ben più di 133 terawattora all’anno!
Il Bitcoin consuma così tanto perché i consumi aumentano in modo direttamente proporzionale alla sua quotazione sul mercato. Più la nota criptovaluta vale e più i miners sono disposti ad utilizzare la capacità di calcolo, spesso senza curarsi della provenienza dell’energia utilizzata.
Infine, la maggior parte delle persone che usano i servizi legati alle criptovalute in tutto il mondo sono clienti al dettaglio piuttosto che investitori istituzionali. Questo significa che le prospettive sul fatto che i prezzi del Bitcoin scendano o crescano sono difficili da misurare.