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Economia e Finanza

Reddito di cittadinanza, nuova stretta: partono i controlli incrociati

Nuova stretta sul reddito di cittadinanza, con i percettori che rischiano di dover fare i conti con pesanti conseguenze in seguito ai controlli incrociati. Ecco cosa sta succedendo.

Brutte notizie per i furbetti del reddito di cittadinanza che finiscono ancora una volta nel mirino. Ma come funzionano i nuovi controlli? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Foto © AdobeStock

Misura introdotta dal governo a guida Conte al fine di garantire un sostegno economico alle persone alle prese con delle difficoltà economiche, tale sussidio non smette di essere al centro delle polemiche. A tal proposito abbiamo già visto come attraverso alcuni escamotage alcuni potrebbero beneficiare di tale misura anche con Isee alto.

Proprio i cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza, quindi, finiscono ancora una volta nel mirino dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che potrebbe in determinati casi revocare loro la misura in questione. Ma come funzionano i nuovi controlli? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Reddito di cittadinanza, partono i controlli incrociati: tutto quello che c’è da sapere

Nuova stretta sul reddito di cittadinanza. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, infatti, ha esteso i controlli su tale misura adottando una nuova procedura che prevede, appunto, il controllo incrociato dei dati relativi ai titolari di reddito di cittadinanza. Questo ha luogo grazie ad un nuovo protocollo con il Ministero della Giustizia che risulta operativo dallo scorso primo giugno.

Entrando nei dettagli l’Inps provvede ad inviare al Ministero l’elenco aggiornato dei percettori del Reddito di Cittadinanza. In questo modo è possibile verificare l’esistenza all’interno del Casellario Centrale di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anni di determinati reati.

Tra questi si annoverano la truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, omessa comunicazione delle variazioni di reddito e dichiarazioni false per ottenere il sussidio in questione. Ebbene, nel caso in cui venga rilevata l’esistenza di condanne per reati penali negli ultimi dieci anni, allora il soggetto interessato si vede decadere il beneficio in questione oppure non si vede accogliere il reddito di cittadinanza in caso di nuova domanda.

Un sistema di scambio di informazioni che avviene nel pieno rispetto della privacy, con il direttore generale dell’INPS, Vincenzo Caridi, che ha sottolineato come siano stati approfonditi tutti gli aspetti tecnici e normativi “per realizzare procedure che puntano sempre di più sui controlli preventivi rispetto all’erogazione della prestazione”.

Published by
Veronica Caliandro