I rincari arrivano al Codice stradale. Aumentano i costi delle raccomandate e delle spese procedurali. E, per questo, salgono le multe.
L’attenzione agli aggiornamenti normativi deve essere sempre elevata. Specie se dovessero riguardare qualcosa di estremamente importante e di confronto quotidiano come il Codice della Strada.
Considerando il momento storico, caratterizzato da diffusi rincari praticamente in ogni settore, era solo questione di tempo prima che si parlasse di mazzate anche dal punto di vista della verbalizzazione delle infrazioni. A partire proprio da lunedì 27 giugno, inoltre, i costi postali per le raccomandate salgono del 7%. Il che avrà un impatto significativo sulla notifica delle multe, visto che si tratta del metodo prescelto. Una decisione attesa anche se presa a strettissimo giro, ovvero non prima del 30 maggio scorso, con delibera dell’Agcom. E le proiezioni per gennaio risultano essere anche più pessimistiche, visto che anche le sanzioni saranno adeguate al costo della vita. Con incidenza dell’inflazione crescente naturalmente.
Secondo quanto riferito dall’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia stradale (Asaps), l’aumento potrebbe attestarsi addirittura all’8,1%. Costi in salita che, in questo momento storico, risultano quantomeno deleteri, anche a fronte di infrazioni evidenti. La stessa associazione, infatti, ha alzato il pressing affinché vengano rafforzati i controlli e disposti pattugliamenti più fitti per scoraggiare le infrazioni del Codice della Strada, piuttosto che inasprendo le sanzioni pecuniarie. Basti pensare che anche le multe per divieto di sosta saliranno ulteriormente di prezzo che, con l’aumento del costo della raccomandata, ai 42 euro canonici vedrebbe aggiunti oltre 10 uro per la notifica e altri costi procedurali variabili. Fino addirittura a 15 euro.
Multe, gli aumenti fanno paura: come cambiano le spese procedurali
La variabilità delle spese procedurali si ha in base al Comune che notifica la contravvenzione. In sostanza, da 42 euro, si potrebbe finire per pagarne quasi 70 a seconda della zona geografica. Vista la situazione, l’obiettivo resta l’attribuzione di un prezzo medio. Difficile per il momento. Anche perché, secondo quanto appurato a seguito dell’audizione in commissione alla Camera dei Deputati del Garante per la concorrenza e il mercato, gli aumenti principali arrivano con notifiche via Pec. La stessa Asaps si è fatta avanti per limitare gli aumenti, invitando il Governo a sospendere innanzitutto la delibera Agcom e mettere un fermo all’incremento delle tariffe postali almeno per un paio d’anni. Il tempo sufficiente per capire che andamento prenderà la crisi.
Inoltre, l’associazione insiste affinché i costi procedurali vengano applicati in modo standard, evitando l’altalena dei Comuni e gli aumenti ingiustificati a seconda della zona di Italia in cui vengono comminate le multe. In sostanza, garantire un’equiparazione in base all’infrazione piuttosto che una disparità in base all’area geografica. Asaps ha richiesto inoltre il blocco dell’aumento delle sanzioni su base biennale, atteso a partire dall’1 gennaio 2023. Uno scatto che, per le famiglie, si attesterebbe a non meno dell’8,1%. Il che significa come le multe per divieto di sosta passerebbero senza problemi da 42 a 45 euro. Effettivamente tanto, al netto dell’infrazione.