Scenario da incubo in Italia dove a causa dell’allarme siccità si fa sempre più largo l’ipotesi di un possibile razionamento dell’acqua. A rischio anche l’acqua in bottiglia?
È scattato l’allarme siccità nel nostro Paese e si teme di dover fare i conti con un razionamento dell’acqua. Ma cosa sta succedendo e soprattutto è a rischio anche l’acqua in bottiglia? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
A partire dal Covid, passando per le ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina, fino ad arrivare al preoccupante aumento generale dei prezzi con rincari del 43%, sono tanti purtroppo i fattori che continuano ad avere delle ripercussioni non indifferenti sulle nostre esistenze e sulle nostre finanze.
A peggiorare la situazione, poi, il caldo e l’allarme siccità che è ultimamente scattato e che potrebbe portare a dover fare i conto con un possibile razionamento dell’acqua. Sono in molti quindi a chiedersi se sia a rischio anche l’acqua in bottiglia. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Allarme siccità in Italia dove si fa sempre più largo l’ipotesi di un possibile razionamento dell’acqua. Il governo sta cercando di attuare delle misure volte ad affrontare nel migliore dei modi la situazione. A luglio potrebbe scattare lo stato d’emergenza mentre, al contempo, potrebbero aumentare le zone rosse.
Una situazione che potrebbe quindi peggiorare nel corso delle prossime settimane, tanto da portare a limitare, appunto, l’uso domestico di acqua. A tal proposito Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, a Sky Tg 24 ha fatto sapere che il governo starebbe valutando lo stato d’emergenza.
“I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime settimane avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione, non è da escludersi il razionamento diurno dell’acqua”.
Un contesto difficile, con molti che si chiedono se tale situazione possa portare a delle ripercussioni anche per quanto concerne l’acqua in bottiglia. Ebbene, Il Fatto Quotidiano ha deciso di interpellare sulla questione alcune aziende produttrici che hanno fornito rassicurazioni in merito.
Il gruppo Sanpellegrino, in cui rientra il marchio Levissima, ad esempio, ha reso noto che “si è deciso di diminuire l’emungimento di una quantità di acqua in linea con la naturale ricarica dell’acquifero, in un’ottica di tutela a lungo termine”.
A sua volta Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua, ha fatto sapere: “I percorsi sotterranei delle acque minerali raggiungono profondità rilevanti, anche di diverse centinaia di metri, impiegando decine di anni. La lunga durata del percorso farebbe sì che le sorgenti non si esauriscono così facilmente nei periodi di siccità”.
Non vi è alcun allarme, quindi, per quanto riguarda l’acqua in bottiglia che continuerà pertanto ad essere disponibile sugli scaffali degli supermercati.