C’è ancora tempo per accedere al Superbonus ma le detrazioni a partire dal 2024 scenderanno. Vediamo in quale misura e come ottenere l’agevolazione.
In questi due anni dall’entrata in vigore dell’agevolazione del 110% tante sono state le modifiche al bonus che garantisce una percentuale di detrazione più alta dell’importo della spesa sostenuta.
Nel 2020 per dare una sferzata positiva all’economia il governo ha dato vita al Superbonus 110%, un incentivo che ha riscosso un grande successo iniziale, anche se poi a qualcuno qualche dubbio sull’interpretazione della misura è venuto, senza contare che negli ultimi tempi sono venuti alla luce anche diversi casi di truffe da milioni di euro.
Molti cittadini italiani a questo punto dell’anno, dopo il cambio delle regole sulle percentuali erogate e le nuove linee adottate sulle cessioni del credito si domandano se è ancora il caso di chiedere il Superbonus e soprattutto se siano ancora in tempo per richiederlo.
Per l’anno in corso e per tutto il 2023 rimane in vigore il Superbonus al 110% così come lo conosciamo adesso. Dal 1° gennaio 2024 le spese sostenute per i lavori avranno una detrazione fiscale più bassa, pari al 70% mentre nel 2025 la detrazione scenderà ancora al 65%.
A vedersi applicate le percentuali suddette saranno i lavori sulle parti condominiali comuni, quelli che riguardano edifici con unico proprietario una persona fisica e tutti quegli interventi eseguiti su immobili composti da 2 a 4 alloggi immobiliari accatastati distintamente, anche se in comproprietà. Per le abitazioni unifamiliari invece i tempi sono diversi: per accedere al Superbonus la scadenza è fissata al prossimo 30 giugno 2022, poi prorogata al 31 dicembre dello stesso anno purché entro il 30 settembre siano stati eseguiti almeno il 30% dei lavori complessivi.
Il governo per il Superbonus ha stanziato ad oggi 33,3 miliardi di euro ed anche se al momento gli oneri richiesti per le detrazioni sono pari a 33,7 miliardi non ci saranno quasi certamente problemi relativi alla fruizione da parte dei cittadini dell’agevolazione alla quale hanno diritto. Questo per dire che i fondi non sono esauriti come qualcuno sosteneva nei mesi scorsi.
C’è poi da dire che il Superbonus è una misura diversa da quelle a tempo, per le quali chi prima prenota più probabilità ha di parteciparvi. Il 110% prevede che, una volta in possesso dei requisiti richiesti, i cittadini ottengano l’agevolazione. L’importo spettante può essere erogato tramite la cessione del credito alle ditte che fanno i lavori, alle banche, alle Poste o a delle società finanziarie ma si può ricevere anche con lo sconto in fattura che pratica il fornitore o come detrazione fiscale. In questo caso va riportato nella dichiarazione dei redditi a scomputo dell’Irpef da versare.
Per quanto riguarda la cessione dei crediti le regole sono un po’ cambiate tra le fine dello scorso anno e l’inizio del 2022 ma non sono bloccate. In pratica si è dovuta alzare la soglia di attenzione in quanto ci sono stati molti casi di truffe perpetrate ai danni dello Stato. Alcuni soggetti infatti per ottenere un rimborso indebito, per lavori mai realizzati, dichiaravano crediti di imposta falsi in combutta con le imprese appaltatrici dei lavori.
Per questo ci sono state le modifiche apportate recentemente sulle cessioni dei crediti successive alla prima. Oggi per la cessione del credito occorre un visto di conformità sulla fattura dei lavori da scontare, rilasciato da un Caf o da un professionista abilitato. Inoltre per interventi che superano determinati importi serve l’asseverazione fornita dal progettista.