Boom costi dei mutui, il rischio è dietro l’angolo: come orientarsi

I costi dei mutui sono un onere sempre maggiore per chi li sceglie per acquistare casa. E lo scenario è in perenne fermento.

Salgono i costi dei mutui e le spese per gli italiani che hanno deciso di rinviare ad oggi la sottoscrizione di un contratto di questo tipo. Le incognite della scelta tra tasso fisso e tasso variabile.

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In un periodo di rincari generalizzati e di aumenti dei costi dei beni di prima necessità, delle bollette e dei carburanti, certamente non possono far piacere le notizie che indicano una vera e propria stangata anche sulle spese delle rate dei mutui.

Il punto è che oggi scegliere a quale tipologia di mutuo aderire non è così semplice: infatti, da un lato c’è la scelta di un tasso fisso che, in soli 4 mesi, ha visto la percentuale più che raddoppiare, mentre dall’altro c’è il rischio di un tasso variabile che potrebbe diventare tra alcuni mesi molto più oneroso per chi lo sceglie.

Insomma, individuare il mutuo più adatto alle proprie esigenze o comunque quello che consente un minor esborso è un vero e proprio dilemma. Proviamo però a dare qualche indicazione per orientarsi in un mercato in profondo mutamento.

Scegliere tra i mutui: un’operazione sempre più difficile e che sconta l’incertezza del mercato

Lo scenario non lascia spazio a differenti letture: i mutui e prestiti sono oggi oggettivamente più cari per le famiglie, mentre il credito più costoso per le imprese. Anche i rendimenti dei titoli di Stato sono in crescita e si registra una evidente tensione sui mercati.

Secondo i principali osservatori del mercato, è ormai finita l’era dei mutui a costo quasi zero. Vittime del cambiamento in oggetto sono coloro che, negli ultimi mesi, hanno chiesto un nuovo finanziamento e hanno visto la proposta di un tasso obiettivamente più alto di quelli dell’anno scorso.

Inoltre, non possiamo non ricordare che siamo in prospettiva della stretta della BCE, il mercato si è preparato e gli istituti di credito hanno ripreso a caricare sui risparmiatori i costi del denaro che da luglio saranno maggiori.

Saranno in particolare i mutui a tasso variabile a vedere l’effetto più immediato: è certo che le rate saliranno dal mese prossimo. Coerentemente con ciò, più costosi saranno anche i prestiti personali e la rateizzazione delle spese.

In buona sostanza, questo non pare un momento molto consono alla scelta di un impegno tramite mutuo, ma il rischio di una spesa ancora maggiore in caso di rinvio del mutuo al prossimo futuro, è tutt’altro che remoto.

Aumenti mutui: il rischio salasso è dietro l’angolo

Sul contesto pesa anche lo choc dei rincari energetici ed è vero che chi il mutuo a tasso fisso l’ha sottoscritto prima di febbraio 2022, oggi può stare relativamente tranquillo. Ma chi lo fa ora, si trova a dover sostenere una rata che arriva a gravare un +20% rispetto a quello che sarebbe stato un anno fa.

E ogni giorno può riservare mutamenti e novità che non portano affatto ad una discesa dei costi.

Per quanto riguarda il tasso variabile, in banca mettono sul tavolo la tabella Euribor a tre mesi, ovvero il parametro di riferimento per operazioni a tasso variabile. Per il momento il tasso è negativo e dunque la situazione è sotto controllo.

Il punto però è che tra un anno questo tasso è stimato tre volte tanto, in considerazione dell’aumento del costo del denaro previsto dalla BCE, del conflitto tra Russia e Ucraina che non sembra terminare e del boom dell’inflazione.

Come orientarsi tra tasso fisso e tasso variabile

Tutti coloro che intendono o vogliono sottoscrivere un nuovo contratto di mutuo di questi tempi, dovrebbero in primis analizzare attentamente la loro situazione personale. Pertanto, se si ha un reddito stabile (per un contratto a tempo indeterminato ad es.), permane opportuno considerare una rata fissa.

In effetti, secondo alcuni, il tasso fisso potrebbe comunque rimanere un tasso ‘sopportabile’ da qui ai prossimi anni. Peraltro, se in futuro i tassi dovessero crescere, sarà stata fatta un’ottima scelta in precedenza; se invece dovessero calare c’è sempre l’istituto della surroga o della rinegoziazione a favore del mutuatario.

Laddove invece il proprio reddito possa aumentare nel medio periodo, la scelta più opportuna potrebbe rivelarsi quella per il tasso variabile, sperando che il conflitto termini e che l’inflazione torni sotto il livello di guardia. Ma chiaramente si tratta di valutazioni che debbono tenere conto di un repentino mutamento dello scenario del mercato dei mutui, oggi quanto mai incerto e ricco di possibili novità nei prossimi mesi.

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