Buoni fruttiferi, investimento fruttuoso: quanto rende il 3×2

I rendimenti dei buoni fruttiferi 3×2, piazzati da Poste Italiane per conto di CdP, possono essere calcolati tramite un apposito simulatore.

 

I Buoni fruttiferi rappresentano uno strumento utile e particolarmente apprezzato dagli investitori. E, nondimeno, anche dai piccoli risparmiatori. I quali, in modo costante, puntano sui buoni per ottenere dei rendimenti garantiti.

Poste 10 mila euro rendimento
Foto © AdobeStock

Sì, perché l’emissione da parte di Cassa Depositi e Prestiti rappresenta un incentivo di peso in termini di garanzia di rientro. Poste, che piazza sul mercato finanziario lo strumento, ha recentemente mandato in archivio il 5×5 per tornare all’emissione dei 3×2. Uno dei buoni fruttiferi più gettonati, peraltro con rendimento a 6 anni. Vista la convenienza e la possibilità di immettervi somme differenti, viene da chiedersi a quanto possa ammontare il rendimento in base alla cifra investita. Tendenzialmente, gli importi immessi sui Buoni non sono elevati. Questo perché, almeno per quanto riguarda quelli più tradizionali, riguardano persone ancora minorenni, oppure piccoli risparmiatori che hanno deciso di investire per conto dei propri figli.

I 3×2, con scadenza prossima (meno di un lustro), possono però rappresentare una discreta opportunità anche per coloro che dispongono di cifre più ingenti. Ad esempio, qualora si decidesse di investire una somma pari a 10 mila euro, almeno da una prima occhiata ci si potrebbe ritrovare di fronte a un rendimento piuttosto interessante. Qualora non si volesse procedere a tentoni, però, si potrebbe optare per una soluzione simile a quella usata per stimare i mutui. Ovvero, utilizzare un calcolatore messo a disposizione da Cassa Depositi e Presiti sul proprio sito. Uno strumento utile, sia per i 3×2 che per i più famosi 3×4 e 4×4. I quali, al momento, hanno visto alzarsi i loro tassi di interesse.

Buoni fruttiferi 3×2, quali rendimenti su 10 mila euro? Lo dice CdP

I buoni fruttiferi 3×2 partono da un preciso presupposto sugli interessi. Ossia, a fronte di 6 anni di durata, il calcolo del tasso inizierà a partire dal terzo anno. O meglio, chi decidesse di ritirare la propria somma prima che sia scattato il terzo step del buono, non potrà contare sul plus degli interessi. A ogni modo, tutti gli investitori sono liberi di ritirare il proprio capitale in qualsiasi momento, anche subito dopo l’apertura del buono. Una limitazione forse ma, a ben vedere, una convenienza legata al fatto che, come gli altri buoni, anche il 3×2 è sgravato da costi di apertura (anche se non dall’imposta di bollo) e fruisce di una tassazione agevolata al 12,5%. Per la sottoscrizione, si potrà procedere direttamente in Posta oppure tramite il sito ufficiale.

Per quanto riguarda i tassi di interesse applicati, dopo 3 anni si beneficerà di uno 0,20% aggiuntivo sul capitale investito, mentre nel restante periodo il tasso si attesterà a 0,50%. È chiaro che, anche questi buoni fruttiferi, diventeranno statici già dal giorno successivo alla scadenza. Inoltre, dopo il decimo anno senza riscossione, si incorrerà nella prescrizione. Chi volesse dare un’occhiata alla piattaforma di Cassa Depositi e Prestiti, troverà il simulatore sul quale inserire i propri parametri. Attenzione, perché nel calcolo non sarà inclusa l’imposta di bollo. Per il resto, basterà scrivere la tipologia del buono e la cifra investita. A tale somma, andranno riconosciuti gli interessi maturati lordi (60,12), la ritenuta fiscale a 7,52 euro e il montante liquidato, in totale 10.265,81 euro. Il risultato, al netto dell’imposta, dovrebbe essere piuttosto fedele.

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