Prodotti alimentari, energia, gasolio e voli aerei: i rincari colpiscono ogni comparto. E rendono la vita difficile a tutti i contribuenti.
Quando si parla di classifiche, sostanzialmente se ne intendono di due tipi: le graduatorie classiche, dal migliore al peggiore, e quelle interamente dedicate ai cosiddetti flop.
Possiamo però considerare una sorta di via di mezzo, che si manifesta nel momento in cui a essere classificato è qualcosa che non incontra il nostro gradimento. Ma che non può nemmeno essere definito flop. Soltanto una chiave di lettura della realtà. È il caso del tema dei rincari, anch’esso messo in classifica attraverso i prodotti che più di tutti hanno subito un rialzo nei prezzi. Il tutto in base all’andamento del tasso di inflazione che, secondo l’ultimo dato Istat (maggio), si attesta a un +6,8%. Roba che non si vedeva da più di trent’anni, visto che l’ultima volta un dato simile fu inquadrato nel 1990. E gli esperti invitano all’attenzione perché, nei prossimi mesi, le cose potrebbero andare addirittura peggio. E non solo in termini di prodotti ma anche di approvvigionamenti.
Chi non se ne fosse accorto (difficile) fra gli scaffali dei supermercati, probabilmente avrà adocchiato le insegne luminose e non che indicano il prezzo del carburante. Praticamente tutti i distributori segnano cifre appena inferiori a 2 euro. Ma c’è chi li supera anche naturalmente. È il momento storico a farci questo, fra la stretta della crisi post-pandemica e l’impatto diretto e indiretto della guerra in Ucraina. Il problema è che, se finora si era cercato di ammortizzare la crisi attraverso delle politiche emergenziali, ora la situazione rispecchia un quadro di estrema difficoltà in un quadro sociale sostanzialmente riportato a prima della pandemia. Anche dal punto di vista fiscale. Il che mette alla berlina tutte le criticità che ancora attanagliano il sistema economico del nostro Paese. E non solo.
Rincari, i prodotti che costano di più: schizzano i voli arerei
E allora, per quel che riguarda i rincari, o meglio i prodotti rincarati, si procede osservando l statistiche. Visto che ci si trova ormai in periodo estivo, è interessante notare come il comparto turistico (+14,1% i costi per gli alberghi) stia attraversando un momento particolare. In questo senso, al vertice dell’aumento dei costi si piazzano i biglietti dei voli aerei, saliti addirittura del 103,3% su base annua. Il che, al debutto della bella stagione, potrebbe essere un cattivo affare per i viaggiatori. È giusto sottolineare, però, che i dati ultimi si riferiscono al mese di maggio. Questo significa che già in primavera i costi dei voli erano lievitati. Terzo gradino del podio per l’olio di semi. Sì, proprio il prodotto che era stato indicato come quello più a rischio rincari per effetto della guerra in Ucraina. I numeri dicono +70,2% rispetto allo scorso anno. Un’enormità per uno fra i prodotti più acquistati.
Il secondo posto non è stato dimenticato ma merita un capitolo a parte. Perché si tratta di qualcosa che riguarda ogni contribuente e ogni nucleo familiare. Si tratta infatti dell’energia elettrica, salita del +73,5%. Aumento che segue il trend inaugurato già in autunno, quando i segnali dei rincari arrivavano con echi già tristemente vicini. Anche per questo si sta cercando di ovviare incrementando il ricorso all’autoconsumo, percorso interessante ma oggettivamente non facile, pur foriero di alcune iniziative assistenziali. Nella top 5 rientrano altre materie essenziali come il gas e il diesel, aumentati rispettivamente del 66,3% e 47,5%. Per quanto riguarda gli alimenti, pagano dazio alimenti base come il burro, la farina e la pasta, aumentati rispettivamente del 22,6%, 18,6% e +16,6%. Praticamente gli scaffali dei supermercati diventano lo specchio del periodo che viviamo.