Il raggiro quasi perfetto, la condizione che spinge l’utente ad agire sicuro senza il minimo dubbio del corto circuito.
Gli ultimi tempi non fanno altro che raccontarci di truffe e raggiri che per lo più si consumano attraverso la rete. Un universo senza apparenti confini in cui è possibile confrontarsi ed approcciarsi a qualsiasi tipo di dinamica. Positiva, negativa, qualcosa che prescinde dalla realtà nel senso proprio del termine e che troppo spesso porta a devianti illusioni.
Una scoperta che ha di certo mobilitato l’attenzione degli utenti del web e non solo, una truffa vera e propria orchestrata nei confronti di utenti chiaramente ignari di tutto. Alla base la possibilità di condizionare i comportamenti degli stessi cittadini attraverso comunicazioni per l’appunto devianti. Ritrovarsi di fronte un messaggio allarmistico spesso non è cosa gestita allo stesso modo da tutti. I più, ancora, purtroppo ci cascano, e non sono pochi.
Cosi, come spesso capita, l’utente, di fronte ad una comunicazione apparentemente proveniente dalla propria banca, senza immaginare di trovarsi di fronte ad un falso, reagisce nel modo più spontaneo possibile, monta la preoccupazione per i propri risparmi. Questo fa in modo che lo stesso si lasci guidare attraverso le indicazioni truffaldine del malintenzionato di turno. Il risultato è il serio rischio di perdere tutti i propri risparmi o nella migliore delle ipotesi soltanto una parte di essi.
La truffa che colpisce le vostre carte di credito: ecco cosa hanno scoperto in Toscana
Quello che ha scoperto la società esperta di cybersicurezza d3Lab, con sede in Toscana ha dell’incredibile. Una vera e propria app specializzata in truffe, prontamente segnalata a Google. Una campagna appositamente creata per i clienti di carta Nexi, l’impresa di essere riusciti a presentare l’app in questione sul Play Store di Google. Il fine ultimo era chiaramente provare a sottrarre quanti più soldi possibili agli stessi clienti del prodotto in questione.
La truffa secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda toscana che di fatto ne ha individuato i tratti, prenderebbe il via con una semplice comunicazione, la seguente: “EXI: La tua utenza é stata disabilitata visto che non abbiamo ricevuto nessuna risposta alla nostra richiesta di verificare il tuo profilo online. Per risolvere subito questo problema e per riabilitare l’uso della tua carta, ti preghiamo di effettuare subito l’aggiornamento dei dati online, altrimenti, la tua utenza verrà bloccata temporaneamente per accertamenti fiscali.La verifica del tuo profilo può essere effettuata cliccando sul link sottostante: https://nexi[.]club/s. Ci scusiamo per gli eventuali disagi creati. Reparto Sicurezza Nexi”.
Solita impostazione dunque, una comunicazione allarmante, un link attraverso il quale provare a risolvere la problematica del caso e l’utente quindi accompagnato verso la sua rovina. Oltre il link, come del resto in ogni simile situazione, la riproposizione perfetta della pagina ufficiale del prodotto bancario. Piccoli difetti, certo, non tutto perfettamente identico all’originale, ma parliamo di differenze che nessuno mai noterebbe, distratto dalla possibilità di perdere i propri risparmi. A quel punto, con l’inserimento delle proprie credenziali in quella che si immagina la pagina di accesso al proprio home banking la truffa di fatto è compiuta.
L’app in questione, che spingerebbe verso il tentativo di raggiro, presente ufficialmente su Google Play Store prima dell’intervento dell’azienda di cybersicurezza toscana d3Lab, è la seguente: PSD2 Protector. Presente inoltre una seconda versione dell’app, il cui nome è il seguente: PSD2 Auth Protector. Lo scorso 2 giugno, Google ha rimosso entrambe le app dal suo Play Store in seguito alla segnalazione di cui sopra. Gli utenti al momento sono al sicuro, certo, da questa specifica tipologia di raggiro. Il web, per il momento resta un luogo spesso abitato da dinamiche molto pericolose. Ciò che conta è provare a stare alla larga da queste. Non farsi coinvolgere in situazioni poco chiare, ambigue e tendenti all’incomprensibilità.