L’ultima fase, i giorni che in pratica viviamo nascondono una verità inequivocabile. La crisi è viva e presto si farà più grave.
I rischi immaginati, le sensazioni negative considerata non arrivano dal nulla ma da riflessioni e discorsi molto ponderati, spesso messi in atto da esperti del settore o comunque da coloro che certi contesti li vivono in prima persona. Bersaglio molto probabile potrebbe essere la grande distribuzione, per tutta una serie di purtroppo validi motivi.
Negli ultimi tempi addirittura si parla di crescita dell’economia, un modo di dire, una previsione che non piace a tutti coloro che in quel settore specifico ci lavorano e che chiaramente fanno parte in maniera sostanziale della stessa economia citata. La grande distribuzione va, certo, si lavora, si produce, ma le cose potrebbero cambiare nel giro di qualche anno e tutto potrebbe mostrarsi in maniera completamente diversa da ciò che possiamo notare oggi.
La crisi innescata dalla guerra in Ucraina ha colpito profondamente le basi della nostra economia o almeno di una parte importante di essa. Immaginare che questa alla lunga non possa portare ad un momento di enorme difficoltà in qualche modo è un tipo di valutazione abbastanza superficiale. I rischi ci sono e sono nello stesso tempo più pressanti che mai. Esperti del settore arrivano a dirlo, imprenditori affermati, stimati, vedono un futuro non del tutto roseo per questo delicato settore dell’economia italiana.
La crisi è in atto e non sarà breve: le parole del presidente di Coop Italia
Marco Pedroni presidente di Coop Italia ha parlato di quelle che sono le stime legate alla crescita della nostra economica, intorno a 2%. Una visione abbastanza ottimistica, spiega, considerando inequivocabilmente gli strascichi del conflitto in Ucraina che secondo Pedroni: “Avrà effetti talmente profondi che non si esauriranno nemmeno con un accordo di pace domani mattina”. In una intervista rilasciata al noto sito web “Fanpage.it” lo stesso Pedroni ha analizzato la situazione della grande distribuzione nel nostro paese. In questa fase è partito proprio dalle considerazioni che chiaramente più da vicino riguardano i cittadini.
“Quelli che vediamo oggi – spiega il presidente di Coop Italia – sugli scaffali dei supermercati sono aumenti di prezzo che dipendono solo in piccola parte dalla guerra in Ucraina. Gli effetti del conflitto continueranno ad arrivare. E ci metteranno mesi, forse anni, per andarsene, anche se Mosca e Kiev facessero la pace oggi stesso. Secondo me, quando parliamo di una crescita dell’economia Italiana attorno al 2% siamo fin troppo ottimisti”. Parole forti insomma di chi non vuole illudersi e soprattutto non vuole illudere i cittadini.
Un altro rischio molto concreto secondo Pedroni è quello della possibile stagnazione dello stesso mercato. A tal proposito il presidente di Coop Italia ha dichiarato: “La distribuzione sta trasferendo solo una parte dei rincari sui consumatori. I listini dei nostri fornitori sono aumentati molto (in alcuni casi anche oltre il 20%) e stanno già arrivando nuovi listini dall’industria. È facile quindi prevedere che l’inflazione alla vendita crescerà ancora. Per ora i prezzi sono aumentati di più nel canale discount rispetto al resto della grande distribuzione, come Coop siamo stati ancora più attenti a moderare gli aumenti per i nostri soci e consumatori. I prezzi di alcuni prodotti, come gli olii di semi, il burro, la pasta sono in forte crescita anche a causa della particolare dipendenza da Russia e Ucraina“.
La situazione insomma è molto più drammatica di quanto possa sembrare. L’apparente serenità, floridità del settore in realtà potrebbe essere una vera e propria illusone. I rischi al momento sono alti per la nostra economia e per la grande distribuzione in generale. Attendere, elaborare nuove prospettive e modalità di azione potrebbe essere una idea. Qualcosa al di la di tutto deve muoversi in questo momento, per non rischiare di far crollare tutto.