Le ditte che hanno effettuato richiesta e sono in attesa di cessione del credito potrebbero ricevere delle lettere dalle banche, che fanno dietrofront.
La cessione del credito è una modalità di accesso al Superbonus 110%. In questo caso, il contribuente che effettua i lavori non spende neanche un centesimo, ma la ditta che ha eseguito i lavori può rivolgersi ad un istituto bancario per la cessione del credito.
Purtroppo, quella della cessione del credito è stata una bella iniziativa della quale si è abusato negli ultimi 12 mesi. Per questo motivo, un crescente numero di banche, anche tra le più importanti, stanno facendo dietrofront chiudendo i rubinetti alle cessioni di crediti per il Superbonus 110%.
Molte ditte stanno ricevendo una lettera dagli istituti bancari che comunicano che:
“A causa dell’elevato flusso delle richieste pervenute è avvenuto l’esaurimento della nostra disponibilità di compensare prospettivamente i crediti collegati alle citate richieste.” E ancora: ” al momento, non siamo in grado di procedere con la sottoscrizione del contratto di cessione del credito”.
In attesa di cessione del credito, le banche dicono stop: che cosa sta succedendo
Molti proprietari privati e amministratori di condominio, così come le imprese e gli intermediari, stanno vivendo una fase di stallo dovuta alla mancanza di risposte sulla domanda di cessione del credito.
Sono in tanti ormai a chiederti cosa bisogna fare e quando la situazione si sbloccherà.
Prima di dare risposte, facciamo chiarezza sul concetto di cessione del credito che è stato è più volte nominato quando si parla di Superbonus 110%.
Fondamentalmente si tratta di un accordo mediante il quale il cedente, ovvero il creditore, cede il proprio diritto di credito ad un cessionario, ovvero ad un terzo soggetto. Tramite questo accordo, il soggetto terzo raccoglie il diritto di credito e può procedere alla riscossione dello stesso nei confronti del debitore ceduto.
La cessione del credito può avere ad oggetto crediti di diversa natura e permette ad un contribuente di trasferire il diritto di credito ad una ditta edilizia. In questo modo, il contribuente ha la possibilità di accedere alle agevolazioni previste dal Superbonus 110%, senza dover cacciare neanche un centesimo.
La ditta che ha effettuato i lavori, infatti, riceverà il suo compenso vantando un credito nei confronti di un istituto bancario.
Per accedere al meccanismo della cessione del credito è necessario che la ditta effettui una richiesta alla banca dalla quale intende ricevere il denaro.
Nel giro di breve tempo, e dopo aver verificato tutti i requisiti del richiedente, la banca comunica la decisione presa.
La lettera di Intesa Sanpaolo
Neli ultimi tempi, molti creditori stanno vivendo una fase di stallo dovuta al fatto che alcuni istituti di credito non forniscono risposta in merito alla richiesta di cessione del credito.
Si tratta di un rallentamento in parte preannunciato da alcune banche, come UniCredit e Intesa Sanpaolo, che qualche mese fa avevano informato di essere in difficoltà nella cessione dei crediti.
Per questo motivo alcuni creditori stanno ricevendo una lettera proprio da Intesa Sanpaolo in cui viene comunicata la difficoltà della banca a rispondere a tutte le richieste pervenute.
Nella lettera recapitata a molti creditori si legge:
“L’elevato flusso delle richieste pervenute ha purtroppo comportato l’esaurimento della nostra possibilità di compensare prospetticamente i crediti collegati alle citate richieste. Infatti la norma di legge impone, per tutti gli operatori del mercato, un vincolo di compensazione che prevede che ogni anno i crediti fiscali come quelli edilizi non possono eccedere il livello di imposte e contributi versati dalla banca e che appunto possono essere oggetto di compensazione.
Le comunichiamo pertanto che al momento non siamo in grado di procedere con la sottoscrizione del contratto di cessione del credito, […]. Qualora il contesto normativo dovesse cambiare, rendendo possibile la riattivazione della nostra operatività in tale ambito, sarà nostra cura comunicarlo al recapito della presente comunicazione.”