Il prezzo del carburante torna sopra i due euro al litro nonostante il taglio delle accise provocando la rabbia degli automobilisti. Come riconoscere le truffe?
Il rialzo del costo di benzina e diesel rimane un mistero per tanti contribuenti. La Guardia di Finanza invita a prestare attenzione alle possibili truffe.
La notizia della proroga del taglio delle accise fino all’8 luglio ha risollevato il morale agli automobilisti preoccupati da un nuovo aumento ma solo per pochi giorni. Nonostante la decisione del Governo, infatti, il prezzo del carburante è salito fino a toccare nuovamente i due euro al litro sia per il diesel che per la benzina. Qual è la causa di questo rincaro? C’è una spiegazione logica oppure si tratta di truffe ai danni dei contribuenti? Le autorità che dovrebbero vigilare e tutelare i cittadini cosa stanno facendo? Gli automobilisti sono – giustamente – infuriati e vorrebbero capire da cosa dipende questa batosta “bis”. La Guardia di Finanza una risposta l’ha data indicando di prestare molta attenzione ai furbetti che violano le direttive.
I controlli della GdF vertono in più direzioni. Si cerca di identificare pratiche commerciali scorrette, distributori che non comunicano il costo del carburante al Ministero dello Sviluppo economico disubbidendo ad un obbligo e aziende che sfuggono alle direttive sulla concorrenzialità del mercato. Il cittadino non può certamente svolgere gli stessi compiti delle Autorità ma può prestare attenzione per individuare chi agisce in maniera disonesta. Se da una parte, infatti, la maggior parte delle pompe di benzina è gestita da professionisti onesti e ligi al dovere, dall’altra parte è possibile trovare gestori che tentano di guadagnare illegittimamente sulle spalle dei contribuenti. Dalla consapevolezza che i soldi possono far compiere azioni disoneste nasce l’esigenza di capire se è meglio affidarsi ad un distributore differente.
Un semplice controllo che l’automobilista può compiere in autonomia è verificare il chilometraggio dopo il solito pieno di carburante oppure il rifornimento con un dato importo ad esempio 30 euro. Se ci si accorge che con lo stesso numero di litri immesso si compiono meno chilometri allora è il caso di rivolgersi ad una pompa di benzina differente.
Nel momento stesso del rifornimento, poi, è bene controllare il rapporto tra i contatori della colonnina che indicano l’importo da corrispondere e i litri acquistati verificando che corrisponda a quanto esposto sul cartellone. Un rapido calcolo per capire se la corrispondenza c’è oppure se un’alterazione del rapporto permette al gestore di guadagnare più del dovuto impoverendo indebitamente il nostro portafoglio. Un altro dettaglio da verificare è la presenza del bollino con la data dei controlli effettuati dagli ispettori sul lato della colonnina. Una data molto indietro nel tempo o l’assenza di tale tagliando dovrebbero far insospettire e preferire un altro distributore. Ricordiamo, in conclusione, che oltre agli accorgimenti citati per identificare i furbetti occorre seguire altre indicazioni per risparmiare sul costo del carburante come, ad esempio, quelle su uno stile di guida corretto.