Un’ancora sicura nel cambiamento dell’economia. L’oro rappresenta una variabile di grande rilievo. E il valore crescente dell’usato lo dimostra.
Non è tutto oro quel che luccica, si dice. Ma a volte, potrebbe esserlo quello che invece non luccica. O che non lo fa più da qualche tempo, per poi rivelarsi una vera e propria fortuna.
A questo proposito, un discorso simile potrebbe essere fatto proprio per l’oro. Perché se quello grezzo rappresenta la ricchezza per antonomasia, fra le fantomatiche miniere e i setacci dei fiumi canadesi, quello usato viene fin troppo spesso sottovalutato. È abbastanza semplice, infatti, risalire al valore dell’oro in sé per sé, più complesso potrebbe essere attribuire quello giusto a quello di “seconda mano”. Attualmente, il metallo giallo rappresenta il vero parametro di benessere di una Nazione. Basti pensare a quanto avviene per gli Stati del mondo, che detengono delle riserve aurifere come paracadute per eventuali crisi economiche globali. Inoltre, per quanto negli ultimi tempi siano salite le quotazioni di altri elementi, l’oro resta la vera bilancia dell’economia internazionale.
Per questo non bisogna mai sottovalutarne il valore. O farsi affascinare troppo da terreni di investimento alternativi, tutti suscettibili a cambiamenti ambientali, alla domanda e ad altri fattori in grado di variare gli umori del mercato. In questo quadro, l’oro resta una bilancia piuttosto affidabile. E, pur riscontrando qualche calo o momentanei sorpassi nei listini dei mercati (basti pensare al petrolio, per fare un esempio recente), difficilmente si vedranno grossi sconvolgimenti. Come in passato, in sostanza, il metallo aureo resta centrale per l’economia. E anche come forma di transazione economica ha mantenuto (e per certi versi rafforzato) il proprio valore. Anche se il denaro, oggi come oggi, viene coniato con altri metalli.
Oro usato, valore sorprendente: più di 4 mila euro per 100 grammi
Ma si parlava dell’oro usato. Il peso complessivo dell’oro a livello finanziario resta rilevante, anche se forse non al livello di qualche tempo fa. Resta comunque un’ancora piuttosto sicura per gli investitori. Le Nazioni traducono la rilevanza dell’oro in lingotti, detenuti come riserve aurifere e, in qualche modo, come indicatori del livello della propria ricchezza. I piccoli contribuenti potrebbero fare lo stesso se ne avessero la possibilità. Più probabile, però, che articolino la loro affinità con l’oro su oggetti decisamente più piccoli di un lingotto da svariati carati. Un dato abbastanza significativo è dato proprio dall’oro usato. Al momento, infatti, il valore del metallo è in rialzo in virtù di una richiesta in progressivo aumento.
Un trend che finisce per coinvolgere il grezzo e, giocoforza, anche ciò che non lo è più. Chiaramente, la percezione finanziaria varia a seconda del Paese. In linea generale, in Italia si ragiona partendo dall’oro a 18 carati, ossia il cosiddetto oro 750 (poiché calcolato in millesimi). Si tratta, non a caso, di quello più utilizzato in gioielleria e, forte dell’uso comune, finisce per subire un rialzo decisamente interessante. Basti pensare che, a oggi, 100 grammi di oro usato superano la barriera dei 4 mila euro in termini di valore assoluto. Anzi, 4004.54 euro per essere precisi. Anche per questo l’attenzione degli investitori resta alta: una piccola variazione e il metallo giallo riprende quota. Meglio di altri ambiti di investimento.