Ci sono molte offerte di lavoro per babysitter e colf. Molte le famiglie italiane sono la ricerca di collaboratori domestici, ma nessuno si presenta.
Un gran numero di famiglia Italia è alla ricerca di figure che possano affiancarle nella gestione della casa e dei figli. Ci stiamo riferendo le figure professionali dei collaboratori domestici, come colf e babysitter.
Nonostante le numerose proposte, le famiglie italiane fanno fatica a trovare persone che siano disposte a lavorare come baby sitter e colf. A differenza di quello che si potrebbe pensare, la paga non è così bassa.
Attualmente la maggior parte delle persone che ricoprono queste mansioni sono immigrati, principalmente provenienti nei paesi dell’est Europa, ma non solo.
La vera difficoltà consiste nel trovare persone qualificate e referenziate, a cui affidare la gestione della propria casa e soprattutto dei propri figli.
L’esigenza delle famiglie sono cambiate rispetto a 30 anni fa. Oggi la maggior parte dei nuclei familiari presenta due adulti lavoratori, ovvero mamma e papà.
Se da un lato, avere un doppio stipendio rappresenta un grande vantaggio economico, ha anche degli svantaggi per quanto riguarda la gestione della prole. Il problema si acuisce con la chiusura delle scuole, in corrispondenza delle ferie estive.
Da questa necessità nasce l’esigenza di trovare qualcuno a cui affidare i propri figli durante il periodo estivo. Ma che fatica a trovare personale.
Lavoro per babysitter e colf: un settore in crisi di risorse umane
Le famiglie italiane cercano baby-sitter e colf, soprattutto nel periodo estivo. Tuttavia, i dati emersi dimostrano la difficoltà nel trovare personale qualificato e referenziato.
Il pensiero va subito alla retribuzione, ma stupirà scoprire che la paga proposta non è affatto bassa.
La mancanza di candidature non è legato al livello retributivo, infatti gli stipendi risultano in linea con la normativa. Tuttavia, è pur vero che il salario minimo parte da una retribuzione oraria di poco superiore ai €6. Pertanto parliamo di un valore inferiore alla soglia del salario minimo, di cui si sta discutendo in Parlamento e che dovrebbe essere fissato a €9.
Pertanto possiamo affermare che, anche se la retribuzione è in linea con le disposizioni normative, di sicuro non è invitante. Questo aspetto potrebbe influire sulla assenza di candidature per questi ruoli, che prevedono sacrificio e impegno.
Alla difficoltà legata all’aspetto economico va ad aggiungersi un dato: il 70% del personale che lavora in questo settore è rappresentato da immigrati.
Quali sono le previsioni per il futuro
Ciò che preoccupa è che in futuro le famiglie italiane potrebbero avere difficoltà a reperire colf e tate per diverse ragioni.
Stando ad alcuni dati pare che circa il 65% dei collaboratori stranieri abbia più di 50 anni. Dal momento che sono stati chiusi i canali regolari di ingresso per le persone extracomunitarie, c’è la possibilità che si arrivi ad un graduale invecchiamento della forza lavoro in questo settore.
Il rischio è che tra qualche anno non sarà più possibile trovare assistenza per anziani e persone che si prendono cura dei bambini, quando i genitori sono al lavoro.
Il problema maggiore si manifesta soprattutto nei nuclei familiari in cui entrambi i genitori lavorano e non hanno la possibilità di affidare i bambini ai nonni.
L’effetto di tutta questa situazione potrebbe essere la rinuncia al lavoro da parte di molte donne, che potrebbero così perdere un ruolo chiave all’interno della società.
Sarebbe un gravissimo errore e soprattutto un passo indietro, dopo tutti i progressi raggiunti negli ultimi anni attraverso le politiche attive per l’inserimento della donna nel mondo del lavoro.