Poste Italiane immette i nuovi Buoni fruttiferi 3×2. CdP, tuttavia, rivaluta i tassi anche dei vecchi buoni già attivi. Ecco i nuovi rendimenti.
Gli italiani sono generalmente ben disposti all’investimento in Buoni fruttiferi postali. Prova ne sia il ricorso a essi che, negli ultimi anni, ha avuto un aumento costante. Buona parte del merito va alla garanzia statale naturalmente.
Tuttavia, sarebbe riduttivo collocare i Buoni fruttiferi esclusivamente nella categoria dei vincenti per meriti altrui. In realtà, la possibilità di aprirne per fruitori non ancora maggiorenni, così come l’opportunità di ottenere rendimenti crescenti e interessanti, rendono questi strumenti i preferiti fra quelli messi a disposizione da Poste, al pari (o forse più) dei libretti di risparmio. E ora, per gli interessati, arriva anche un’ulteriore novità, che permetterà di accedere a un rendimento anche migliore rispetto a quelli ottenuti con i buoni ordinari. Poste Italiane fa debuttare infatti i Buoni fruttiferi 3×2, utili per chi non vuole investire oltre i 6 anni e mantenendo rendimenti fissi. Un periodo di novità sostanziali, che coinvolgono anche i Buoni 5×5.
Questi ultimi, infatti, non saranno più concessi e, con essi, spariranno anche i rendimenti connessi, pari a un annuo lordo dell’1,50% dopo 25 anni. A ogni modo, Poste non si fa trovare impreparata. I buoni fruttiferi 3×2 permettono un accantonamento di denaro per un breve periodo, con 6 anni e interessi crescenti maturati nel tempo. Considerando la brevità del buono, anche se in effetti c’è possibilità di richiedere il rimborso in anticipo, arrivare fino a scadenza potrebbe essere una soluzione fattibile, anche perché la maturazione degli interessi non inizierà prima dei tre anni.
Buoni fruttiferi 3×2, occasione da non perdere: qual è il rendimento
Un buono diverso dal 5×5, i quali hanno comunque ottenuto il loro discreto successo. In questo caso, il rientro dell’investimento sarà piuttosto prossimo. E, sommando lunghezza esigua e garanzia di Cassa Depositi e Prestiti, che provvederà all’emissione, l’investitore potrebbe riflettere anche su un’immissione di denaro più corposa. Dal terzo anno, il rendimento annuo lordo sarà pari allo 0,20%, che passerà allo 0,50% alla fine del sesto anno. A ogni modo, visto che uno esce e l’altro entra, si tratterà di una sostituzione vera e propria. Chiaramente, abbassandosi i tempi di maturazione degli interessi, il totale sarà inferiore, pur dipendendo dal totale complessivo dell’investimento. Di interessante, però, c’è anche la rivalutazione dei tassi, rivisti al rialzo non solo per i 3×2.
Con gli indici rivalutati, il buono 3×4 aumenta la propria rendita al lordo. Da 0,10% dopo 3 anni, 0,20% dopo 6, 0,30% dopo 9 e 0,50% dopo 12 anni, il rendimento passa a 0,20% già dopo 3 anni. Dopo 6 anni lo scatto sarà dello 0,40%, 0,50% dopo 9 anni e, infine, tetto dell’1% dopo 12 anni. I Buoni fruttiferi 4×4, allo stesso modo, salgono allo 0,30% dopo 6 anni, a 0,45% dopo 8, 0,80% dopo 12 e, infine, 1,25% dopo 16 anni. Interessante anche il nuovo rendimento del buono fruttifero ordinario, che dopo 20 anni sale allo 0,50% lordo, a fronte dello 0,30% attuale.