Dallo scoppio della guerra in Ucraina il mondo non è stato più lo stesso e le conseguenze si ripercuotono sui cittadini. Sugli scaffali dei supermercati, ad esempio, sono spariti diversi prodotti.
Quattro prodotti sono diventati introvabili a causa del conflitto tra Russia e Ucraina. Il rischio è che la sparizione potrebbe coinvolgere tanti altri alimenti.
Lo scoppio di una guerra crea una serie di conseguenze tragiche sotto vari punti di vista. La perdita delle vite umane è, naturalmente, la più grande tragedia di un conflitto. Devastante è, poi, la chiamata alle armi di tanti giovani inesperti che vengono allontanati improvvisamente dalle famiglie e dalla normalità. Aggiungiamo, inoltre, la distruzione di intere città e la perdita di ogni bene e ricordo materiale per tante persone. La fuga dal proprio paese, l’interruzione dei contatti con amici e parenti, la paura di non avere un domani sono altre conseguenze di un evento incomprensibile agli occhi di tanti cittadini dei paesi coinvolti direttamente e indirettamente. Esistono, poi, effetti di diverso tipo come, ad esempio, i rincari alle stelle di luce, gas, carburante, generi alimentari. Tutti contraccolpi che dallo scorso 24 febbraio – giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – abbiamo cominciato ad appurare con i nostri occhi. Vi siete accorti, poi, che alcuni prodotti sono spariti dai supermercati?
Guerra in Ucraina, cosa è successo nei supermercati?
Lo scoppio di una guerra vicino casa nostra – in Ucraina – ha provocato soprattutto all’inizio una psicosi generale su un possibile coinvolgimento dell’Italia e sull’eventuale inizio di una terza guerra mondiale. E qual è la più grande paura di tale possibilità (seconda solo alla perdita di parenti e amici)? Rimanere senza cibo e acqua. Da qui la corsa ai supermercati per mettere da parte provviste, soprattutto generi di prima necessità come zucchero, farina, pasta, olio e riso. Gli scaffali nel mese di aprile sono stati svuotati mentre il rifornimento ha subito un rallentamento a causa dell’aumento generale dei costi. Il prezzo del carburante ha bloccato i trasporti, i costi dell’energia elettrica hanno provocato l’interruzione della produzione di tante imprese. Una situazione confusionaria che è durata diverse settimane fino a che la lucidità ha avuto nuovamente il sopravvento e il panico è pian piano calato. Il problema è che da quel primo “attacco” ai supermercati e dagli acquisti compulsivi generati dalla paura molti prodotti risultano ancora introvabili.
I prodotti introvabili sugli scaffali
Gli italiani stanno riscontrando difficoltà nel trovare prodotti contenenti grano. La causa principale è il blocco dell’esportazione dai porti dell’Ucraina. In più, gli articoli che si trovano sono proposti a prezzi elevati. La pasta, ad esempio, ha subito un rincaro del 16% che potrebbe salire ulteriormente qualora la stretta sul grano non dovesse finire al più presto.
Fuori dalla portata dei consumatori anche il riso, prodotto sempre meno presente nei supermercati e sempre più caro. Allo stesso modo i rincari toccano caffè e lievito le cui linee di approvvigionamento diminuiscono ogni giorno. Abbiamo tenuto per ultimo l’alimento veramente introvabile da qualche settimana a questa parte sugli scaffali. Parliamo dell’olio di semi di girasole la cui produzione è al 60% dell’Ucraina. La guerra e il blocco delle esportazioni impediscono al prodotto di raggiungere paesi stranieri, tra cui l’Italia, con la conseguenza che riuscire a reperire l’olio è quasi impossibile e dove ancora si trova si paga a peso d’oro a causa del rincaro del 70% circa.