Il Bonus 200 euro va ai lavoratori ma non a tutti. Alcune categorie restano fuori per un dettaglio inatteso. Vediamo di cosa si tratta.
Parte integrante del decreto Aiuti, il Bonus 200 euro era stato altresì pensato come agevolazione una tantum, anche se per un larghissima categoria di contribuenti.
Attenzione però: larghissima, non infinita. Sì, perché per quanto si tratti di un bonus erogato a scaglioni (il primo dei quali a luglio), ci sarà addirittura qualcuno che ne resterà escluso. L’indennità, inizialmente, sembrava destinata a tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che del privato, a patto che il loro reddito non superasse i 35 mila euro l’anno. Un meccanismo che, però, si è rivelato più complesso di quanto non sembrasse. Non tutti, infatti, beneficeranno del Bonus 200 euro e questo per un cavillo che a molti era sfuggito. Il problema sarebbe da ricercare nella riduzione contributiva dello 0,80%, visto che l’agevolazione potranno ottenerla solo ed esclusivamente i lavoratori che ne hanno beneficiato nel corso del primo quadrimestre del 2022.
Tutto secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022. Il che significa qualcosa di inatteso: anche qualora alcuni contribuenti avessero effettivamente il reddito annuo lordo inferiore a 35 mila euro, non potranno ottenere l’indennità, peraltro una tantum, promessa dal Governo nel mese di luglio. Una doccia fredda non prevista, almeno per come era stato descritto il Bonus 200 euro. Anche perché frutto di un meccanismo effettivamente complicato, che costringe i contribuenti potenzialmente rientranti nella platea dei beneficiari a far benissimo i propri conti.
Bonus 200 euro, chi lo prende e chi no: ecco i veri beneficiari
Per quanto riguarda la riduzione contributiva dello 0,80%, affinché effettivamente scatti è necessario che la retribuzione imponibile previdenziale nel mese di riferimento non superi i 2.692 euro. In questo calcolo, non verrà comunque considerato il mese di dicembre, dal momento che il limite sarebbe raddoppiato. Nel caso in cui si verifichino delle circostanze particolari, verranno applicate le dovute contromisure. Potrebbe capitare, ad esempio, che un lavoratore percepisca mensilmente una retribuzione superiore ma con un cedolino percepito in uno dei mesi del primo quadrimestre pari a 2.692 euro. In questo caso, dal momento che il datore di lavoro avrebbe riconosciuto lo stesso la riduzione contributiva pari allo 0,80%, il lavoratore in questione avrebbe diritto al bonus.
Una beffa nella beffa. Del resto, fin dal principio, il sostegno promesso nel decreto Aiuti aveva lasciato perplessi, non tanto per l’importo quanto per la frequenza dell’erogazione. In un momento storico in cui, a conti fatti, si è tutt’altro che fuori dalla pandemia. Senza contare che già a priori, nonostante l’inclusione di disoccupati e altri contribuenti, qualcuno era rimasto fuori dal gruppo. Il personale scolastico ad esempio, con contratto annuale stipulato fino al 30 giugno 2022. Vi rientrano, invece, insegnanti non di ruolo che, per quel giorno, avranno finito il loro periodo di esercizio. A luglio per loro il bonus scatterà. Certo, non abbastanza per risolvere le criticità del sistema ma sempre meglio di niente.