IMU, la riforma del catasto non convince: nube nera sui proprietari di un immobile

IMU, continuano i dubbi sulla riforma del catasto che potrebbe rivelarsi una batosta per i proprietari di immobili di lusso e seconde case. Scopriamo le ultime novità.

Se la riforma del catasto dovesse andare a buon fine gli italiani assisterebbero ad un aumento delle tasse inopportuno.

IMU riforma catasto
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Pagare le tasse non è mai piacevole specialmente trattandosi di imposte dovute su una proprietà acquistata con i risparmi di una vita e con tanti sacrifici. Il riferimento è all’IMU, la tassa che i proprietari di case di lusso o seconde case devono corrispondere in parte al Comune e in parte allo Stato. L’investimento negli immobili è particolarmente gradito agli italiani, il mattone è una sorta di bene rifugio che manterrà sempre un valore nel corso degli anni seppure attendendosi agli alti e ai bassi del mercato. Se solo non ci fosse l’IMU la scelta dei piccoli risparmiatori di acquistare un secondo appartamento verrebbe presa più a cuor leggero. Il sogno di non dover pagare la tassa si scontra, invece, con la realtà e con l’ipotesi di un raddoppiare dell’importo se andasse in porto la riforma del catasto.

IMU e catasto, le ultime notizie

Negli ultimi giorni il tema del catasto e delle tasse sulle case è stato dibattuto al Governo con Matteo Salvini e Antonio Tajani che si sono dichiarati vincitori del dibattito. Brutta notizia per gli italiani dato che i due hanno dichiarato di avere agito senza riflettere sulla patrimoniale della casa. Un’affermazione che crea perplessità soprattutto in relazione all’idea di modificare le normative del catasto ipotizzando un allineamento dei valori del catasto ai valori del mercato. Ciò  significherebbe una base imponibile maggiore dato che i valori di mercato sono nettamente superiori rispetto ai valori catastali (circa 2,14 volte) e, di conseguenza, si assisterebbe ad un aumento di tutte le tasse relative alla casa, IMU compresa che dovrebbe raddoppiare.

Un rincaro che arriverebbe come una batosta sulle famiglie italiane già pesantemente colpite dalla crisi economica legata alla pandemia e alla guerra in Ucraina. L’unico sospiro di sollievo si può tirare sapendo che la messa in atto delle eventuali riforme partirebbe dal 2026. Nel frattempo Draghi ha assicurato che la tassa sulla casa non aumenterà in alcun modo contribuendo ad alimentare dubbi e perplessità nei cittadini. La decisione finale, infatti, è dei sindaci e non del Governo e, per questo, la promessa del premier potrebbe risultare vana.

La situazione nei Comuni italiani

I Comuni possono fin d’ora revisionare le tariffe d’estimo delle unità immobiliari urbane sulla base del valore di mercato degli immobili stessi secondo il Decreto 138/1998, articolo 5. Ad oggi un aggiornamento sui valori in questione non è mai arrivato e di conseguenza nessuna revisione è stata applicata in tal senso. Nel momento in cui l’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate terminerà il suo lavoro di revisione Comune per Comune, allora i sindaci potranno applicare il Decreto di 24 anni fa. Ciò significa solamente una cosa, la riforma del catasto con gli aumenti sulle tasse non si potrà scansare per sempre. Gli italiani, prima o poi, sentiranno arrivare la batosta. L’unica speranza è che giungerà in un periodo economicamente, politicamente e socialmente più sereno rispetto a quello odierno.

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