Il motore magnetico, una soluzione potenziale ma forse non del tutto risolutiva. L’energia illimitata, per ora, resta un obiettivo ambizioso.
Energia a costo zero. E soprattutto a basso impatto ambientale. Un obiettivo decisamente ambizioso, comunque fissato dall’Unione europea e, di rimando, dai Governi dei Paesi membri.
Al di là dei dubbi risultati ottenuti dalla Cop 26 sul clima, le strategie per un futuro sostenibile sono ancora all’ordine del giorno. E questo nonostante un quadro economico e sociale ancora fortemente influenzato dagli strascichi della pandemia e, ora, dalla crisi in corso nell’Est. La quale, inevitabilmente, ha finito per gettare nel tritacarne anche un’Europa in procinto di imbastire i primi reali piani di ripresa dopo lo schiaffo dell’emergenza sanitaria. E’ chiaro che, nel quadro di una crisi sostanzialmente bicefala, i primi a rimetterci siano i comuni cittadini. Vittime di una criticità estrema, presentata sotto forma di rincaro in bolletta e, soprattutto, di inflazione. Costi in aumento e meno capacità nel potere d’acquisto. Condizioni che rendono difficile pensare alla sostenibilità come una via d’uscita.
Eppure, proprio nell’ottimizzazione dell’energia domestica pare vi sia una buona dose di fiducia. Non solo nella gestione oculata degli elettrodomestici o dei consumi in base alla fascia oraria. Negli ultimi tempi, infatti, un possibile aiuto sembra provenire dai motori magnetici, ossia una novità destinata, a quanto pare, a entrare nel quotidiano dalla porta principale. Un modo per gestire l’alimentazione dell’energia elettrica in casa e, soprattutto, per evitare gli sprechi. E, nondimeno, una soluzione alternativa o comunque parallela a dispositivi di efficienza energetica come i pannelli solari e le turbe eoliche. Ossia strumenti che offrono alti standard di rendimento a fronte di costi ancora elevati.
Considerando il necessario adattamento richiesto da dispositivi come i pannelli alle condizioni atmosferiche, i motori magnetici sembrerebbero davvero in grado di risolvere il problema dell’ottimizzazione dell’energia una volta per tutte. Il concetto è semplice: utilizzare elettricità per generare un’energia di tipo meccanico attraverso un elettromagnete che anima l’intero meccanismo. Il quale, a sua volta, sarà dotato di due poli magnetici nella più basilare delle norme che regolano il magnetismo e il concetto di attrazione. La rotazione elettrica dovrà essere alimentata da corrente in modo pressoché infinito. O meglio, due forme di corrente: quella alternata e quella continua, che avrà il compito di invertirsi qualora la prima dovesse subire variazioni.
Un ritmo di fatto costante di ribaltamento, con variazione della posizione dei poli più volte in un dato secondo. Un’azione che alimenterà continuamente la rotazione dell’elettromagnete in modo praticamente illimitato. In sostanza la corrente stesse andrà a produrre corrente. Il problema, ancora una volta, sarebbe nei costi. Un dispositivo simile difficilmente sarebbe acquistabile a prezzi vantaggiosi, anche nelle sue forme meno performanti. Ancora una volta, sulla strada della sostenibilità (e della ricerca che la anima) si pone lo scoglio dell’accessibilità. Un dettaglio tutt’altro che irrilevante, soprattutto perché costante in ogni ambito. Oltre agli incentivi servirà per forza una ripresa del meccanismo sociale. Quello sì avrebbe bisogno di un motore a energia illimitata.