Un contrappasso che fa male: le tariffe vantaggiose aumentano i costi delle compagnie. Le quali dovranno aumentare le bollette.
Emergenza Covid, crisi geopolitica, guerra, economia in ginocchio. Un mix di fattori che ha creato, negli ultimi due anni, uno dei peggiori scenari possibili per i cittadini di tutto il mondo. Europa in primis.
Per i consumatori, negli ultimi tempi, il tutto si era manifestato essenzialmente nei rincari generalizzati, nell’inflazione e in tutti i correlati della crisi. Nel primo caso, il riflesso concreto si è avuto nelle fatture delle utenze domestiche. Prezzi alle stelle, soprattutto per il gas, con famiglie costrette a frazionare gli importi (al netto delle agevolazioni) per farvi fronte. In questo quadro, l’influenza della guerra in Ucraina è stata finora limitata. Alla base dei rincari, sia per quanto riguarda l’elettricità che l’approvvigionamento di metano, figura il rialzo del costo delle materie prime. Vero nodo cruciale del caro bollette e, quindi, dell’intera altalena dei prezzi che ha caratterizzato i primi mesi del 2022. Uno scenario che gli esperti avevano definito tutt’altro che statico.
E in effetti, un nuovo colpo di frusta starebbe per arrivare sulle spalle già estremamente provate dei consumatori. Ancora una volta, saranno le bollette a dare il peso della questione, nello specifico quelle che, fin qui, erano apparse come le meno rincarate. Il costante aumento dei costi di gestione, infatti, potrebbe spingere gli operatori a nuove strategie in direzione dei fruitori. Una sorta di contrappasso, visto che le tariffe vantaggiose, alla fine, si sarebbero rivelate un boomerang per le compagnie di gestione. Con le mani legate, le stesse potrebbero ora optare per una soluzione drastica come la disdetta unilaterale dei contratti.
Caro bollette, stangata anche per i prezzi fissi: cosa sta succedendo
Troppo vantaggiose le tariffe per trarne realmente beneficio. Sembra un festival dell’assurdo ma in tempi di crisi, a quanto pare, è lecito aspettarsi veramente di tutto. Soprattutto, e stavolta sì, a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Un evento che, per la portata sull’economia europea, inciderà ancora per diversi mesi. Anche sulle bollette, visto che le quotazioni dell’energia continuano a salire per via della rilevanza delle fonti di approvvigionamento di gas provenienti dalla Russia. Da qui a decidere la modifica unilaterale dei contratti, però, ce ne corre. Secondo quanto riportato da La Stampa, le lettere starebbero già arrivando ad alcuni consumatori, “vittime” delle offerte vantaggiose che, fin qui, li avevano salvati dai rincari.
Un testo abbastanza semplice, che parla di una “mutata situazione di mercato” e della necessità di “apportare alcune modifiche a contratto”. Modifiche che, a ogni modo, non dovrebbero arrivare prima della scadenza naturale delle condizioni economiche concordate. Le comunicazioni, però, non sarebbero tutte uguali. Altre, infatti, citerebbero “forti rialzi” dei mercati, sia della luce che del gas, con aumenti dei costi sostenuti dalle stesse compagnie fornitrici. Per cause “indipendenti dalla volontà”, quindi, si procederebbe allo stralcio del contratto, almeno secondo le impostazioni iniziali. In pratica, a conti fatti, le bollette aumenteranno anche per chi, finora, ha beneficiato dei prezzi bloccati. Aumenti che, numeri alla mano, sono il riflesso di una situazione complicata. La quale, secondo Arera, parla di un +392% del prezzo sulle materie prime per il gas. Del 365% per la luce. Una vera e propria scossa, inaspettata e dolorosa.