Oggi, 9 maggio, è l’ultimo giorno per rispettare un’importante scadenza. Il rischio è di subire il pignoramento dello stipendio o della pensione. Scopriamo di cosa si tratta.
Chi ha dimenticato di effettuare dei pagamenti entro oggi, 9 maggio, rischia grosso. Poco tempo ancora per rimediare, è il momento di procedere.
Le scadenze sono numerose ogni mese. Ci sono le bollette da pagare, imposte varie, pagamenti scolastici, la palestra. Numerosi impegni da segnare sul calendario per non rischiare di dimenticare le date. In alcuni casi pagare qualche giorno dopo non comporterà alcuna conseguenza. In altri casi, invece, i rischi sono elevati soprattutto quando è il Fisco ad attendere il pagamento. Il 9 maggio è il termine ultimo, ad esempio, delle rate non saldate dei debiti accumulati nel 2020. Ricordiamo che il Governo ha optato per una nuova rottamazione-ter in modo tale da prorogare le scadenze per tutti coloro che non sono riusciti a rispettare le tempistiche precedenti diventando contribuenti decaduti. Una nuova Definizione agevolata li ha riammessi nella pace fiscale ma ora il tempo sta per scadere e le possibilità sono finite.
Giorno di scadenza, 9 maggio: i dettagli
Il Decreto Legge numero 25 del 2022 ha riammesso alla pace fiscale i contribuenti decaduti perché superata la scadenza del 9 dicembre 2021. Prorogando le date entro cui corrispondere le rate, il Governo permetterà il recupero di grandi somme di denaro consentendo ai cittadini di regolarizzare la posizione con il Fisco allontanando il rischio di pignoramento dello stipendio o della pensione.
L’ultimo giorno utile per il versamento delle rate relative ai debiti del 2020 è il 9 maggio. In realtà la scadenza è stata fissata al 30 aprile ma occorre tener conto dei cinque giorni lavorativi di tolleranza con conseguente slittamento ad oggi, lunedì 9 maggio 2022. Ricordiamo di segnare sul calendario altre due date. Il 31 luglio (massimo l’8 agosto considerati i giorni di tolleranza) come giorno di scadenza del pagamento delle rate relative al 2021 e il 30 novembre (massimo il 5 dicembre) per le rate del 2022.
Cosa succede se non si paga entro la scadenza
Superando le scadenze, il Fisco avvierà il recupero coatto delle somme dovute che potrebbe portare al pignoramento dello stipendio o della pensione. Nello specifico, gli importi pignorati sarebbero corrisponderebbero alle cifre dovute all’Agenzia dello Stato e non corrisposte. I conti correnti, dunque, sono a rischio ma anche gli immobili qualora la somma sul conto non risultasse sufficiente a pagare i debiti.
Un ultimo appunto riguarda una sentenza della Corte di Cassazione. E’ stato stabilito che l’accesso alla Definizione agevolata non pone fine alla procedura esecutiva eventualmente avviata ai danni del debitore. Di conseguenza, non pagando una rata entro il giorno di scadenza inizierà la decorrenza dei termini per il recupero dei carichi pendenti. Qualora alcuni pagamenti fossero già stati effettuati verrebbero trattenuti come un acconto sul totale dovuto al Fisco. Intrapresa questa strada non sarà più possibile approfittare della rateizzazione dei debiti.