Il passaggio sostenibile parlerà la lingua degli incentivi. Il Mise mette a disposizione risorse per l’acquisto di auto elettriche, ibride plug-in e a bassa emissione.
Lo sprint sul settore automotive non è affare semplice. Nonostante la sostenibilità sia un obiettivo concreto e perlopiù condiviso dai cittadini, effettuare l’agognato passaggio dai carburanti classici a quelli alternativi non è semplice né economico.
L’obiettivo del Governo, soprattutto con il decreto Sostegni bis, è stato quello di incentivare l’acquisto di auto elettriche o ibride, convogliando quindi risorse nel settore per ottenere in modo più rapido l’obiettivo emissioni zero. Un percorso lungo, non c’è dubbio. Anche perché, al netto degli incentivi previsti, il passaggio sostenibile non è cosa effettuabile in un giorno e nemmeno in un anno. Le auto, soprattutto quelle elettriche, restano fuori budget per molti contribuenti, tanto che l’esecutivo, dopo aver disposto fondi per ibrido ed elettrico, si è visto costretto ad aggiustare il tiro per includere nel bonus anche i motori diesel e benzina. Una strategia abbastanza simile a quella vista sul piano energetico, con la riaccensione delle centrali del carbone.
Al netto di questo, però, sembra che la spinta degli incentivi alla fine andrà a far presa sui cittadini. O meglio, lo farà dopo l’attivazione definitiva dell’incentivo, che avverrà solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. A ogni modo, il grosso sembra fatto: la Corte dei Conti ha registrato il decreto automotive emanato dal Ministero dello Sviluppo economico, valido per l’acquisto di veicoli a motore elettrico e ibrido, oltre che per le basse emissioni. Gli ultimi due step, oltre alla pubblicazione, includono l’aggiornamento della piattaforma web dell’ecobonus, sulla quale sarà possibile effettuare visionare gli incentivi e le varie informazioni connesse.
Per quanto riguarda gli aventi diritto, gli incentivi saranno concessi esclusivamente alle persone fisiche. E saranno validi sia per l’acquisto dei veicoli elettrici che ibridi, ma anche plug-in ed endotermiche. Inoltre, una minima parte dei fondi messi a disposizione (circa 700 milioni di euro nell’immediato, disponibili fino a esaurimento risorse) verranno riservati alle società dicar sharing, sempre con finalità di acquisto delle auto commerciali elettriche, con rottamazione contestuale di un veicolo di classe inferiore o pari a Euro 4. Per i rimanenti passaggi non dovrebbe volerci molto. E, comunque sia, il pacchetto nella sua interezza è ormai approvato con il visto della Corte dei Conti. Lo stesso Ministero dello Sviluppo economico ha fatto sapere che gli adempimenti verranno effettuati a breve.
Il decreto è datato al 6 aprile. Una misura strutturale che mette a disposizione 650 milioni per il 2022, il 2023 e il 2024. Complessivamente, circa 2 miliardi di euro in un triennio. Per le auto elettriche, il prezzo limite sarà di 35 mila euro più Iva, con contributo fino a 3 mila euro. Più, eventualmente, altri 2 mila se dovesse esservi una contestuale rottamazione di un’auto omologata in classe inferiore a Euro 5. L’ecobonus, in questo settore, riceverà in tutto 220 milioni nell’anno in corso, altri 230 il prossimo anno e, infine, 245 milioni del 2024. Per gli ibridi plug-in, il prezzo limite è di 45 mila euro più Iva, con contributo richiedibile di 2 mila euro, più altri 2 mila con rottamazione di un’auto inferiore all’Euro 5.