Occhio alle radiazioni dello smartphone in quanto in base ad un recente studio potrebbero provocare l’insorgenza di questa grave malattia già in giovane età. Ecco di quale si tratta.
Non possono passare inosservati i risultati di uno studio in base al quale le radiazioni dei telefoni potrebbero essere responsabili dell’insorgenza precoce di una grave malattia. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
A partire dai social network, passando per gli sms e le e-mail, fino ad arrivare alle chiamate, sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover utilizzare il nostro smartphone. Proprio quest’ultimo, d’altronde, ci offre la possibilità di comunicare in modo facile e veloce con chiunque, anche se fisicamente molto lontano da noi. Oltre agli innumerevoli vantaggi, però, si invita anche a prestare attenzione ai possibili rischi.
Non parliamo solo dei vari tentativi di truffa, bensì della pericolosità delle radiazioni di tali dispositivi che, in base ad un recente studio, potrebbero provocare l’insorgenza di questa grave malattia già in giovane età. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Smartphone, occhio alle radiazioni: potrebbero provocare l’insorgenza precoce dell’Alzheimer
Ormai alla portata di tutti, tanto da ritrovarsi spesso a dover fare i conti con una vera e propria dipendenza da smartphone, questi dispositivi sono finiti di recente al centro dell’attenzione per via di uno studio in base al quale le radiazioni potrebbero provocare l’insorgenza di questa grave malattia già in giovane età.
Come riportato da Libero Quotidiano, in base ad un recente studio sembrerebbe che le radiazioni degli smartphone siano responsabili dell’insorgenza dell’Alzheimer. In particolare gli studiosi hanno osservato come l’uso eccessivo di questi dispositivi, assieme alle radiazioni del Wi-Fi, provochino un aumento di calcio intracellulare nel cervello, ovvero una conseguenza tipica della malattia in questione.
Entrando nei dettagli, in base ai recenti studi, i cambiamenti nel cervello collegati all’Alzheimer potrebbero iniziare a manifestarsi già dall’età di 25 anni. Se tutto questo non bastasse, tale malattia viene diagnosticata anche in persone aventi un’età compresa tra i 30 e i 40 anni. L’età media dell’insorgenza di tale malattia, infatti, starebbe diminuendo, con il numero di persone colpite che potrebbe aumentare ulteriormente nel corso dei prossimi anni.
“I risultati di ciascuno di questi studi dovrebbero essere condivisi con il pubblico in generale“, ha sottolineato l’autore dello studio e professore della Washington State University, ovvero Martin L. Pall. Questo, ha aggiunto, in modo tale “che tutti possono prendere le misure necessarie per ridurre l’incidenza dell’Alzheimer a esordio precoce“.