False diete e fake news: ecco le nuove trappole della rete, che negli ultimi tempi hanno coinvolto noti personaggi dello spettacolo.
Il web può arrivare a rappresentare una trappola pericolosissima. E sfruttare l’immagine di personaggi dello spettacolo, che hanno una solida credibilità, per ingannare gli utenti, è qualcosa che accade molto di frequente.
Naturalmente associare presunte diete “miracolose” al fasullo dimagrimento repentino di personaggi noti al pubblico può consentire di vendere più facilmente prodotti che sono tutt’altro che efficaci.
False diete e personaggi dello spettacolo: il caso Geppi Cucciari
Sono giorni particolarmente delicati per la simpatica conduttrice Geppi Cucciari, che in questi giorni è finita nel mirino della critica.
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Il suo ritorno sul piccolo schermo, su Rai 3 con il nuovo programma “Che succ3de?“, ha puntato tutte le attenzioni sull’attrice, conduttrice e comica sarda, apparsa visibilmente dimagrita.
La questione ha scatenato gli inevitabili commenti dei social, in prima battuta proprio quelli sull’aspetto fisico.
Geppi Cucciari e quel dimagrimento sospetto
Subito si è iniziato a chiacchierare del suo dimagrimento e qualche account ha rivelato come Geppi Cucciari avesse perso 10 chili nel giro di quattro settimane, pubblicando addirittura quello che veniva sbandierato come il suo regime alimentare, spiegando i dettagli di questa presunta dieta miracolosa e gli integratori che avrebbero garantito la perdita di peso alla conduttrice.
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Geppi avvisa i suoi fan
A spegnere le polemiche è quindi stata la stessa Geppi Cucciari, che intervenuta su Instagram ha chiarito una volta per tutte come stanno realmente le cose: “Non so chi siano questi deficienti”.
False diete: pochi giorni fa era accaduto alla Follesa
La stessa situazione si era presentata anche per la comica Katia Follesa, con la comica che ha preso le distanze da chi millanta questo tipo di diete bugiarde e soprattutto le fake news.
Le due comiche Geppi Cucciari e Katia Follesa non sono le prime e probabilmente non saranno le ultime a meno che i loro legali non riescano a spuntarla su chi negli ultimi giorni ha usato la loro immagine per pubblicizzare improbabili diete miracolose o portentosi integratori dimagranti. Come scrive Il Corriere della Sera, prima che a loro è capitato ad Antonella Clerici, Fiorella Mannoia, Laura Pausini e addirittura a Chiara Ferragni il cui “peso” di influencer fu usato per pubblicizzare delle capsule per favorire il dimagrimento post parto.
Tutto ovviamente smentito dalle dirette interessate, cosa che non è bastata a fermare i truffatori. Perché di questo si tratta: truffa bella e buona.
Il clamoroso caso di Katia Follesa
Il caso di Katia Follesa è pure più eclatante visto che è stata addirittura manipolata la sua immagine tanto da farla comparire nella pubblicità incriminata con un prodotto dimagrante in mano.
Un falso studiato e articolato in cui la comica compare anche con dei cartelli in mano in cui enuncia “come è perso 20 chili”. In una altra immagine le si attribuisce il messaggio: “Il mio peso è sceso da 80 a 49, bevo solo la mattina”, unito a quello di avere “recuperato la sua figura in 14 giorni” con un prodotto vincitore di premi “in 16 Paesi”.
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Adesso tutto in mano agli avvocati
Sfruttamento d’immagine ancora più subdolo in quanto all’origine del vistoso dimagrimento dell’attrice avvenuto negli anni scorsi, ci sarebbe un problema di salute del quale ha parlato lei stessa.
Patologia che l’ha portata a rivolgersi a un nutrizionista seguendo quindi un percorso medico, una faticosa attività fisica e l’abbandono di un stile di vita pericoloso per il suo benessere.
Niente di miracoloso quindi ma quello che tutti i medici affermano. Per dimagrire non ci sono scorciatoie: servono fatica e rinunce.
Stavolta però Follesa minaccia di adire alle vie legali e ha messo al lavoro i suoi avvocati per capire che voglia abbindolare il prossimo a nome suo, come ha scritto lei stessa: “Gli avvocati stanno esaminando il caso ma non è cosa semplice purtroppo, non si tratta di persone fisiche perseguibili giuridicamente, ma di algoritmi”.