Fra i cibi inscatolati, il tonno è il più frequentemente consumato oltre che il più apprezzato. Ecco i marchi migliori secondo un’indagine di Altroconsumo.
Pasta, insalate, consumo singolo: il tonno in scatola rientra nella ristretta cerchia degli alimenti che nelle nostre dispense non mancano davvero mai. Certo, a meno di non essere allergici. O avere un particolare rifiuto per il suo sapore.
Può succedere, certamente. Nei restanti casi però (e sono decisamente tanti) il tonno conservato nelle scatole di latta rappresenta una componente frequente della dieta, perlomeno settimanale. Trattandosi di pesce, il consumatore tende ad affidarsi alle marche più conosciute, nonostante i prezzi siano tendenzialmente più alti con uno scarto anche piuttosto ampio rispetto a quelle minori. Il punto è capire se, effettivamente, a una maggiore autorevolezza e a un prezzo più alto corrisponda una qualità altrettanto superiore. Come spesso succede, non conviene sottovalutare le sottomarche. Gioco di parole a parte, anche i marchi meno conosciuti possono rivelarsi sorprendentemente qualitativi. In fatto di sapore ma anche di standard produttivi.
Il monitoraggio degli esperti è frequente anche per questo. Le analisi sui prodotti, specie i cibi, sono volte a comprenderne non solo il rispetto delle normative dal punto di vista nutrizionale ma anche eventuali punti a favore o a sfavore. I risultati sono spesso sorprendenti oltre che rivelatori. Spesso, infatti, sono proprio le marche più conosciute a incappare in qualche svarione, magari nella fase di confezionamento o di raccolta o di produzione, a seconda di quale alimento si tratti. I cibi in scatola, tonno in primis, sono fra i più apprezzati fra quelli a lunga conservazione e, per questo, fra i più monitorati. E anche qui, secondo gli esperti di Altroconsumo, non mancano le sorprese.
La preparazione del tonno in scatola è una pratica antica e fra le più prolifiche della gastronomia mediterranea. Nel corso dei secoli, la domanda crescente ha portato a un’internazionalizzazione del mercato, tanto che molte marche italiane hanno iniziato a utilizzare tonni provenienti da acque straniere, anche piuttosto lontane. Soprattutto dal Pacifico, ossia dai mari attorno alla Papua Nuova Guinea e all’Australia. Come solitamente avviene per il pescato destinato alla conservazione, la lavorazione avviene soprattutto sui pescherecci, dove il tonno viene refrigerato prima di essere congelato. La messa in scatola vera e propria avviene dopo lo sbarco e il processo di decongelamento. Una lavorazione standard che, però, inciderebbe sulla qualità vera e propria solo fino a un certo punto.
Secondo Altroconsumo, infatti, sono diverse le caratteristiche che intervengono sul prodotto, determinandone non solo la qualità effettiva ma anche altri dettagli, quali la consistenza e la possibilità di utilizzo. Da un’indagine svolta su 24 marchi di tonno in scatola, si è cercato di definire innanzitutto la qualità del pesce, le caratteristiche organolettiche (quindi il DNA utile per determinarne la specie e capire se sia quella riportata), la sicurezza al consumo. Nell’ultimo caso, si controlla che nel composto non vi sia la presenza di corpi estranei o di metalli pesanti. Infine, un’ulteriore verifica è stata effettuata proprio sulla completezza delle etichette.
Sommando le varie caratteristiche, il risultato finale ha dato per vincitore il marchio As do Mar, trancio intero, venduto a 5,39 euro in media a confezione. Medaglia d’argento per Selex (2,55 euro prezzo medio). Si tratta degli unici due prodotti con risultati ottimi in termini di rapporto qualità e prezzo. Il tonno Rio Mare, per intenderci, non rientrerebbe nemmeno nella top 5.