Invasiva ma poco “cittadina”, la zanzara coreana sembra prediligere l’area di una regione in particolare. Ecco perché può essere pericolosa.
La chiamano aliena ma in realtà proviene da un’area geografica abbastanza definita. E, per questo, gli effetti di una sua eventuale diffusione sono noti. Nessuna buona notizia in questo senso.
Il problema è che, secondo gli esperti, mai come quest’anno è estremamente difficile prevedere l’arrivo dell’ondata. Il riferimento è alla cosiddetta zanzara coreana, nome comune della Aedes koreicus. Un insetto particolare, i cui movimenti sono costantemente monitorati da un gruppo di ricerca del laboratorio EntoPar dell’Università degli Studi di Milano. I primi avvistamenti in Italia erano arrivati nel mese di dicembre. Da quel momento, però, le segnalazioni si erano diradate, almeno fino a un paio di settimane fa, quando alcuni esemplari erano stati individuati nella provincia di Bergamo, nell’area delle Prealpi. Avvistamenti che hanno immediatamente riattivato il team di ricerca i quali, però, si stanno scontrando con un problema meteorologico.
Secondo gli esperti infatti, non sarà possibile fare previsioni precise. Il nodo è legato alle condizioni atmosferiche, in particolare l’assenza delle precipitazioni. E, di conseguenza, il clima secco che potrebbe rendere complesso capire quando, effettivamente, le zanzare potrebbero fare la loro comparsa. Ancora troppo freddo per la zanzara tigre, “attesa” per metà maggio. Necessarie, secondo i ricercatori, temperature medie costantemente sopra i 10 gradi e almeno 13 ore di luce al giorno. Tutto nella norma comunque, visto che questi insetti sono, purtroppo, compagni frequenti delle nostre estati. Ma cosa c’entra la zanzara coreana?
Zanzara coreana, perché potrebbe essere pericolosa secondo gli esperti
Va detto innanzitutto che la difficoltà nell’effettuare previsioni complica i piani dei ricercatori. Le zanzare hanno bisogno di umidità, e quindi di acqua, per resistere nel loro stato larvale. Vale anche per le coreane, pur maggiormente resistenti al freddo. Il nodo fondamentale su questa particolare specie riguarda la sua presunta capacità di trasmettere virus patogeni all’uomo. Uno nella fattispecie, quello che da oltre due anni sta rendendo estremamente complicate le nostre vite. Gli studi sulle zanzare puntano da decenni a capire se, effettivamente, la loro puntura possa essere latrice di malattie ulteriori rispetto a quelle più comunemente loro associate, come la malaria. La coreana è stata da alcuni esperti indicata come possibile portatrice di virus, Covid incluso (potenzialmente).
Ne aveva parlato nell’autunno scorso il microbiologo Andrea Crisanti, in quanto la zanzara in questione appartiene al gruppo Aedes. Ovvero, quello potenzialmente in grado di trasmettere un virus. Certo, finora non c’è stato nessun allarme in questo senso. E gli stessi esperti non si sbilanciano su possibili correlazioni in merito ai contagi. Tuttavia, è bene fare attenzione. Si tratta di un insetto resistente al freddo e particolarmente invasivo. Il che non è certo positivo, a prescindere da presunti virus trasmettibili.
I ricercatori hanno perciò tracciato una mappa delle zone italiane più a rischio di proliferazione delle larve, indicando la Lombardia come l’area più adatta all’Aedes koreicus. Più preoccupante la situazione nelle campagne visto che la zanzara, contrariamente alla tigre, non sembra “gradire” le città. Difficile capire come possa essere arrivata. Fatto sta che, per l’estate, dotarsi di rimedi di provata efficacia potrebbe essere fondamentale.