L’Isee aggiornato è lo strumento di dichiarazione dei redditi ma anche di metro per le verifiche fiscali. E l’Agenzia delle Entrate non agisce da sola.
Sempre più intensi i controlli sulla posizione fiscale dei contribuenti. Il rafforzamento dei pagamenti tracciabili, il monitoraggio sulle dichiarazioni dei redditi: tutto finalizzato all’abbattimento delle pratiche illecite.
Non solo l’Agenzia delle Entrate ma anche altri enti hanno incrementato la vigilanza sulla regolarità dei contribuenti. L’Inps ad esempio, al quale è affidato il compito di verificare che non risultino incongruenze fra quanto dichiarato e le posizioni effettive. L’Isee resta lo strumento di comparazione principale. Lo stesso Istituto di Previdenza sociale ha fatto sapere che, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, effettuerà controlli automatici per accertare eventuali problemi relativi ai saldi sui conti correnti. Del resto, il saldo è una delle componenti principali dell’indicatore reddituale. E le verifiche possono scattare nel momento in cui l’Anagrafe tributaria e gli archivi Inps comparano i dati in loro possesso con quelli dichiarati.
L’Isee resta quindi un valore assoluto. Non solo in quanto indicatore della situazione reddituale dei dichiaranti ma come metro di valutazione della regolarità dichiarativa. Del resto, tale valore viene utilizzato dai contribuenti per accedere a prestazioni specifiche, agevolazioni, bonus e aiuti di vario tipo. La cifra indicata varia in base al reddito dichiarato dal nucleo familiare. E, in base a questo, varia anche la natura e l’importo delle agevolazioni ottenute. Il solo fatto di poterle ottenere, tuttavia, implica una maggiore verifica sul piano fiscale. La maggior parte delle informazioni in merito sono contenute nella Dichiarazione Sostitutiva Unica, la Dsu.
Isee, controlli incrociati: come avvengono le verifiche
Una distinzione importante deve essere tenuta in debito conto. Non solo in merito alla situazione reddituale ma anche alle potenziali modifiche che potrebbero derivare in caso di un’eventuale verifica. Nel momento in cui sull’Isee ordinario, in corso di validità, fosse necessaria una modifica della situazione reddituale o patrimoniale, il contribuente interessato dovrà fare richiesta per il cosiddetto Isee corrente. Dovrà in sostanza richiedere un documento che attesti l’aggiornamento della situazione legata al reddito del nucleo familiare. Non si tratta di un dettaglio secondario, dal momento che un Isee aggiornato andrà di fatto a tamponare tutte le possibili noie legate a dichiarazioni non attinenti con i dati in possesso degli enti. I quali, come detto, possono agire in modo coordinato.
Sia l’Inps che l’Agenzia delle Entrate andranno a visionare l’Isee corrente, così da intervenire in caso di anomalie. Le quali, tuttavia, dovrebbero essere azzerate proprio dal nuovo documento. Confrontando i dati della Dsu, l’Inps andrà a ricavare il nuovo modello reddituale. La maggior parte delle verifiche avviene sulle dichiarazioni e le autodichiarazioni, proprio perché le variazioni rappresentano una modifica, più o meno rilevante, del quadro complessivo legato al reddito del nucleo familiare. I controlli scattano in automatico, in caso di discordanze fra saldi, giacenze medie e dati finanziari acquisiti. Qualora risultino ulteriori anomalie, il plico potrebbe passare all’Anagrafe tributaria, interessando le comunicazioni obbligatorie e gli archivi stessi dell’Inps. A quel punto, i dati verranno incrociati, comparando il tutto a quanto dichiarato dal contribuente stesso. In pratica, al Fisco non si sfugge più.