Esenzione IMU: dubbi della consulta sul diverso trattamento tra famiglie, coppie di fatto e unioni civili
Le coppie sposate nelle quali uno dei coniugi risiede in un Comune diverso da quello del nucleo famigliare, non hanno gli stessi diritti di esenzione IMU delle unioni civili o delle coppie di fatto.
La Corte Costituzionale ha recentemente sollevato una questione di legittimità rispetto al decreto legge 201/2011 nella parte che riguarda l’esenzione dall’IMU e la prima casa. Nel provvedimento di allora, tuttora in vigore, si sottolineava come fosse possibile ottenere l’esenzione dalla tassa solo se sia il proprietario che gli altri componenti del nucleo famigliare avessero lì la loro residenza anagrafica e la dimora.
A far emergere dubbi circa tale provvedimento sarebbe una evidente disparità di trattamento tra le famiglie, le coppie di fatto e le unioni civili.
Esenzione IMU Prima casa: due misure diverse
Effettivamente sembra che il legislatore adotti due pesi e due misure diverse per coloro che sono sposati e chi non lo è. In pratica, chi è sposato ma risiede in un Comune diverso da quello dove vivono i suoi famigliari, non rientra tra i cittadini che ricevono lo sgravio fiscale sulla prima casa, cioè l’esenzione dal pagamento dell’IMU. L’organo costituzionale fa emergere qualche perplessità nello specifico sull’art 13 secondo comma, quarto periodo del DL 2011 e si pone sostanzialmente due domande sul tema.
La prima, se può venir meno l’esenzione dal tributo sulle rispettive abitazioni principali, quando esigenze effettive portano i componenti di un nucleo famigliare a stabilire dimore e residenze abituali diverse. La seconda, se per usufruire dell’esenzione dall’IMU è legittimo fare riferimento alla dimora abituale e alla residenza anagrafica sia del proprietario della casa che del suo nucleo famigliare.
Il caso di Napoli esaminato dalla Consulta
A far sorgere dubbi sulla questione è stato il caso che si è verificato a Napoli, nel quale un cittadino ha presentato ricorso contro il suo Comune. L’ente sosteneva che dal 2015 al 2018, quindi per un periodo di 4 anni, il cittadino non aveva versato la tassa sull’IMU. Il ricorrente invece ha portato in tribunale la sua amministrazione cittadina perché riteneva di avere diritto all’esenzione dal pagamento della tassa. Lui infatti aveva cambiato residenza mentre i suoi famigliari continuavano ad averla a Napoli.
Il Comune pertanto aveva ritenuto che non vivendo più lì la sua abitazione non avesse più diritto all’esenzione perché non si trattava più di prima casa. L’incostituzionalità della norma secondo la Corte sta nel fatto che una coppia sposata subisce un trattamento diverso da una coppia di fatto o di un’unione civile perché in quei casi i coniugi possono vedersi attribuire l’esenzione dal pagamento dell’IMU per la casa principale se uno di loro ha la residenza anagrafica in un altro Comune.
E’ indubbio che il trattamento per i differenti tipi di unioni, tradizionali o meno, esiste e viene applicato per cui la Corte ritiene questo comportamento non legittimo.
Un cittadino che vive con il partner con il quale ha creato una coppia di fatto può usufruire dell’esenzione dal pagamento IMU per la sua casa considerata abitazione principale. La nostra Costituzione all’art 31 prevede di “agevolare la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi” ma questa disparità di trattamento in realtà lede i diritti delle famiglie tradizionali rispetto a quelli delle unioni di fatto o delle persone singole. E’ per questi motivi che la Corte Costituzionale il 12 aprile 2022 ha emesso l’ordinanza n.94 con la quale solleva dubbi e dichiara incostituzionale e illegittima tale norma.