Esistono alcune tipologie di bollette che si può evitare di pagare e che i fornitori non possono pretendere dagli utenti
Naturalmente sono dei casi piuttosto particolari previsti da una determinata disposizione di legge. Andiamo a vedere queste situazioni nello specifico.
Le bollette sono delle fatture che vengono emesse per i servizi di cui si dispone in ambito casalingo e lavorativo. Tra queste possiamo annoverare quelle relative ai consumi elettrici, idrici e del gas e hanno una cadenza solitamente mensile, bimestrale o quadrimestrale.
All’interno è riportato il termine entro cui vanno pagate. Superato questo si va in contro a more e sanzioni che variano in base al gestore. Questo è ciò che accade in linea di massima. In realtà però in alcuni particolari frangenti, si può evitare ciò in maniera assolutamente lecito.
Il tutto è riconducibile ad un concetto piuttosto noto in ambito legale, ovvero la prescrizione. Si tratta di un periodo dopo il quale non è più possibile rivendicare le bollette precedentemente non pagate. Si tratta di un lasso temporale variabile che solitamente è di 5 anni. Questo però dipende da vari fattori ed è soggetto a continui cambiamenti
Dunque, se l’azienda di fornitura elettrica o del gas pretende ad esempio un pagamento risalente a 6 anni fa, ci si può rifiutare di farlo in maniera del tutto legale. Alle volte però è necessaria una contestazione scritta per poter beneficiare della prescrizione.
Andando nello specifico della materia, le modifiche più importanti inerenti questa disposizione risalgono alla legge di bilancio 2018. In pratica ha accorciato i tempi relativi alla prescrizione se le fatture sono state elaborate oltre una certa data.
Ad esempio le bollette dell’energia elettrica emesse a partire dal 1 maggio 2018 vanno in prescrizione dopo 2 anni. Per quelle antecedenti resta valido il termine dei 5 anni. Per quanto concerne l’acqua, i nuovi termini di prescrizione sono iniziati il 1 gennaio 2020 (anche in questo caso a 2 anni). Il gas invece rappresenta una via di mezzo visto che il trattamento vale per le fatture che vanno dal 2 gennaio 2019. Per le situazioni verificatesi prima resta invariata, con il termine fissato a 5 anni.