L’inflazione e le banconote non vanno d’accordo; il Bollettino Economico della Banca d’Italia prospetta tre scenari futuri pessimi per i risparmi. Togliamo subito i soldi da sotto al materasso!
La guerra in Ucraina destabilizza la situazione economica, sociale e politica internazionale e agisce negativamente sull’inflazione. Le conseguenze ricadono sui soldi dei cittadini.
La fiducia nelle banche è aumentata con il passare degli anni e, oggi, quasi tutte le famiglie hanno un conto corrente in cui depositare i risparmi. Un viaggio indietro nel tempo riporta al ricordo dei nonni e dei bisnonni che avevano l’abitudine di tenere i soldi sotto il materasso pensando di metterli al sicuro. Probabilmente questo pensiero è ancora comune tra alcuni cittadini. L’intento potrebbe essere proprio quello di salvare i propri risparmi dall’inflazione ma, al contrario, nascondere il denaro in caso crea il problema opposto. L’avviso viene direttamente dal Bollettino Economico della Banca d’Italia che ha prospettato tre scenari che potrebbero avverarsi a causa della guerra in Ucraina e della crescita dell’inflazione.
Inflazione e banconote, i rischi
Tenere i soldi sotto al letto è rischioso. Per i ladri? Anche. Per il Fisco? Sì, dato che i controlli dei movimenti di denaro sono serrati. Per l’inflazione? Soprattutto per l’inflazione perché danneggia il potere delle banconote. Ad avvertire del pericolo è il Bollettino Economico della Banca d’Italia che ha valutato tre prospettive diverse legate al periodo storico che stiamo vivendo e all’emergenza dettata dalla guerra in Ucraina, invasa dalla Russia lo scorso 24 febbraio.
La proiezione di Bankitalia riguarda i prossimi 24 mesi ipotizzando una fine del conflitto ancora lontana. Già oggi ci stiamo accorgendo che l’inflazione sta subendo un cambio di rotta rispetto agli ultimi anni. L’inflazione bassa o addirittura negativa – anno 2020 – sarà presto un ricordo e dovremo adattarci al cambiamento per non farci trovare impreparati e rischiare di perdere i risparmi.
I tre scenari
Il Bollettino ha previsto un calo di valore di circa 10 mila euro a causa dell’inflazione che potrà essere bassa, media oppure alta in base alle dinamiche future della guerra tra Russia e Ucraina. Il primo scenario, quello migliore, ipotizza una veloce risoluzione del conflitto con conseguente carovita fermo al 4% nel 2022 e in discesa fino all’1,8% nel 2023.
Il secondo scenario vede un prolungarsi della guerra nei prossimi mesi con il costo della vita che potrebbe salire del 5,6% nel 2022 e del 2,2% nel 2023. Infine, la terza previsione, quella peggiore, che ipotizza l’entrata dell’Italia nella terza fase di emergenza ipotizzata dal Governo. Il passaggio avverrà nel momento in cui finiranno le forniture del gas russo. Se la previsione si dovesse avverare l’inflazione toccherebbe l’8% nel 2022 e le banconote perderebbero valore. Poniamo l’esempio di 10 mila euro; nel corso dell’anno in corso il valore scenderebbe a 9.200 euro e nel 2023 a 8.990 euro. Sebbene il valore nominale resterebbe sempre di 10 mila euro, la spendibilità diminuirebbe notevolmente a causa dell’aumento del costo della vita.