Conferme dalla Francia: la pizza surgelata Buitoni, della linea Fraîch’Up, avrebbe provocato i casi di sindrome emolitico-uremica. Si indaga.
La pizza è una pietra miliare della tradizione culinaria italiana. Così radicata nella cultura del nostro Paese che, addirittura, le sue origini affondano le radici in una storia secolare.
La diffusione mondiale del piatto non ha fatto che accrescere la popolarità della gastronomia del Bel Paese. Gustosa in ogni sua variante e accessibile nei prezzi, la pizza è l’emblema della “cena fuori”, l’alimento più consumato nel momento in cui si decida di trascorrere una serata fuori di casa. Senza contare l’incredibile apporto alla tradizione dato dalla variante al taglio, compagna fedele dei lavoratori o degli studenti all’uscita di scuola. Negli anni, si è optato persino per delle pizze precotte e buone per essere conservate in un congelatore. Le surgelate, buone per non rinunciare al gusto del piatto senza doversi minimamente spostare di casa.
Per quanto i cultori della buona cucina optino per la pizza fatta a mano e consumata appena uscita dal forno, le surgelate non mancano di popolare le nostre tavole. Magari in quelle serate in cui non c’è tanta voglia di cucinare oppure l’essere rientrati tardi impone la preparazione di qualcosa di veloce. Certo, non saranno il massimo della raffinatezza ma il gusto di certo non manca. E la diffusione dell’alimento contribuisce non solo alla sua popolarità ma anche ad accomunare i consumatori, nel bene e nel male. Come accaduto negli ultimi mesi in Francia, dove la pizza surgelata Buitoni, della linea Fraîch’Up, ha sollevato un’ondata di preoccupazione.
Il caso ha letteralmente sconvolto il Paese. E se inizialmente si riteneva solo plausibile la connessione, nelle ultime ore è arrivata l’ufficialità. La pizza surgelata della linea in questione, sarebbe responsabile di una sindrome emolitico-uremica fra i consumatori transalpini. La quale, prima del ritiro del prodotto, avrebbe provocato addirittura 50 casi con due vittime accertate. Le autorità sanitarie francesi lo hanno comunicato in una recente nota di aggiornamento sul focolaio, il quale ha interessato il Paese a partire dal mese di gennaio. Casi che inizialmente avevano destato preoccupazione senza però collegamenti di sorta con la pizza surgelata. Il sospetto aveva portato all’immediato ritiro e, successivamente, alla chiusura dello stabilimento di produzione. Il prodotto in questione non viene venduto in Italia.
Le indagini microbiologiche ed epidemiologiche avevano consentito di rilevare la presenza di escherichia coli O26 nell’impasto. L’analisi era stata effettuata su una pizza trovata nel congelatore di una famiglia che aveva subito uno dei casi di sindrome emolitico-uremica. Il ritiro del prodotto ha fatto sì che le infezioni di stabilizzassero. In quel momento, però, erano già stati confermati una cinquantina di casi. Due dei quali talmente gravi da aver provocato il decesso. La maggior parte delle infezioni, rispettivamente 48 da escherichia coli O26 e 2 da un altro ceppo, avevano infatti riguardato dei bambini. Appena due casi erano riferibili a persone adulte, entrambe con più di 90 anni. La Procura di Parigi ha aperto un’indagine.