Passata di pomodoro, non è tutta uguale: top e flop secondo gli esperti

Non solo un prodotto culinario ma una vera e propria tradizione italiana. La passata di pomodoro richiede qualità e affidabilità.

 

Nell’ambito gastronomico, soprattutto quando si parla di cucina italiana, pochi ingredienti sono essenziali quanto la passata di pomodoro. Uno dei prodotti maggiormente identificativi, anche per la lunga tradizione contadina che attraversa.

Passata di pomodoro classifica
Foto © AdobeStock

Il procedimento per la preparazione della salsa è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione. Ma per chi non fa parte dei fortunati che ereditano la passione e l’impegno necessari per la realizzazione dei proverbiali barattoli, non resta che fare affidamento su quanto si trova in supermercato. Non che sia un male, visto che si tratta di prodotti di qualità, a riprova del legame a filo doppio che unisce l’Italia ai pomodori, nonostante sia un ortaggio nativo delle Americhe. Basti pensare all’allarme sorto a seguito della provvisoria riduzione delle materie prime per la produzione dei barattoli di conservazione. Tendenzialmente, nell’acquisto non si attribuisce troppa importanza alla marca. La passata di pomodoro, però, come tutti gli altri prodotti non è esente da verifiche e comparazioni fra l’una e l’altra.

Specie dopo quanto accaduto alle produzioni Petti a inizio 2021, con il maxi-sequestro di oltre 4 mila tonnellate di prodotti finiti al fine di un’indagine sulla provenienza reale dei pomodori, l’attenzione è diventata altissima. Sia quella degli esperti che quella dei consumatori. Il trend è quello di andare sui nomi più famosi, come il marchio Mutti, ossia quello in assoluto preferito dagli acquirenti. Scegliere un nome totalmente affidabile, però, dipende da una serie di fattori totalmente identificativi. Il nodo principale da sciogliere, vista l’esperienza Petti, è capire se effettivamente il pomodoro sia totalmente italiano. Per capirlo, in teoria, basterebbe l’etichetta.

Passata di pomodoro, la più popolare fra gli italiani (e quella meno)

La passata di pomodoro Mutti, protagonista anche di una famosa pubblicità, non fa parte del compendio degli esperti. Il cui obiettivo, è stato quello di determinare se le varie marche concedessero al consumatore dei prodotti attinenti in tutto e per tutto all’etichetta, al fine di evitare nuovi casi di ingerenze estere. Il dibattito nato attorno al caso Petti ha avuto un’ampia eco, anche in termini mediatici. In seno agli esperti del settore, però, si è sviluppata una sorta di responsabilità, dovuta alla necessità di determinare al meglio quali marche di passata siano effettivamente le migliori in commercio. E le analisi non hanno portato grosse sorprese.

I test, effettuati nel 2020 da Altroconsumo, hanno seguito la procedura della verifica a campione, utile per capire se la qualità dei prodotti rispecchiasse quanto riportato sull’etichetta. Fra gli obiettivi principali, determinare l’eventuale presenza di tracce di pesticidi o quella di acqua in quantità eccessive. Praticamente ogni polpa esaminata ha raggiunto standard sufficienti.

I numeri, a ogni modo, sono stati indicativi per individuare le marche migliori e quelle peggiori. Ancora una volta, il nome Petti figurerebbe in fondo alla graduatoria, assieme a Delizie del sole e Campo Largo, vendute rispettivamente all’Eurospin e da Lidl. Fra le marche migliori, invece, figurano Alce nero, Coop origine e Cuore mediterraneo della Todis. Per quanto riguarda le passate, bene Le conserve della nonna 77 punti, Passata De Rica e Pomì, la prima delle quali considerata di qualità ottima. Fanalino di coda è Valfrutta Bio.

Gestione cookie