Con l’Assegno unico universale sono stati spazzati via bonus e contributi per la famiglia a favore di un unicum che però non soddisfa
Gli effetti della nuova misura per il ceto medio sono molto negativi. Il neonato Assegno Unico Universale introdotto con lo scopo di sostenere le famiglie, nello specifico le donne e favorire una crescita delle nascite, appare già pieno di criticità e incongruenze.
In vigore dallo scorso marzo, questa misura si concretizza nelle tasche delle famiglie italiane come tutt’altro che positiva. Ad avere la meglio sono le famiglie molto povere e quelle più abbienti: a rimetterci invece sono quelle che appartengono al ceto medio, sicuramente la stragrande maggioranza di quelle italiane.
Assegno Unico e Universale: una delusione
Purtroppo, l’AUU non tutela i nuclei familiari in base ai loro reali bisogni ma è una misura allargata a tutte le famiglie, che parte con un fisso mensile minimo di 50 euro. Questo a un primo impatto sembrerebbe un fattore positivo ma poi ci si arena sul possesso della prima casa o di un gruzzolo che più o meno tutte le famiglie hanno in banca.
Ciò in Italia non è certo sinonimo di ricchezza ma per il legislatore evidentemente non è così: infatti l’assegno Unico per la determinazione degli importi tiene conto dell’ISEE, che come noto si basa dei suddetti parametri.
Il risultato è che moltissime famiglie si ritrovano a percepire una cifra mensile molto bassa quando invece negli anni precedenti con i vari bonus, gli assegni famigliari e le detrazioni riuscivano ad incassare un beneficio ben maggiore. E’ per questi motivi che i CDL torcono il naso e le famiglie italiane rimangono sconcertate e deluse dal sistema adottato.
L’ISEE un vincolo per chiedere l’AUU
Per richiedere l’AUU la trafila passa dal portale INPS o dai patronati e l’attribuzione della somma da elargire viene calcolata sulla situazione patrimoniale ed economica della famiglia tramite l’ISEE.
Analizzando i dati prodotti dalla distribuzione dell’assegno Unico i CDL hanno potuto constatare come la nuova misura abbia effetti negativi sulle famiglie italiane. Nello specifico a rimetterci maggiormente sono le famiglie che hanno un ISEE sopra la media: sono quelle famiglie con figli in cui lavora un genitore soltanto, con redditi non molto alti.
Sono penalizzati anche dal fatto che con l’AUU non ricevono più la maggiorazione dell’assegno familiare per i figli minorenni introdotta l’anno scorso. Va meglio alle famiglie con ISEE sotto la media nelle quali lavorano entrambi i genitori: in questo caso l’assegno unico è abbastanza corposo e riesce a sostituite le detrazioni e i benefici che venivano elargiti in precedenza.
Il premio ai lavoratori con redditi elevati
Possiamo dire che l’assegno Unico premia di più le famiglie dei lavoratori dipendenti con redditi elevati e per la prima volta gli autonomi con figli minorenni, categoria che in passato non aveva mai avuto accesso a bonus e detrazioni familiari.
Per concludere, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe importante apportare delle modifiche alla misura, tenendo maggiormente conto del ceto medio, quello più penalizzato. Procedere con un’adeguata revisione sembra dunque necessario, anche per rendere l’AUU veramente inclusivo, proprio rispettando l’ottica e lo scopo per cui è stato creato.