Con la depressione è possibile accedere ai benefici della Legge 104. Scopriamo quando e quali sono le agevolazioni concesse.
In base al grado di gravità della depressione è possibile richiedere ed ottenere l’erogazioni di differenti benefici della Legge 104. Approfondiamo questa opportunità.
La depressione è la seconda patologia più diffusa in Italia, seconda solamente ai problemi legati all’apparato cardiocircolatorio. Tante persone descrivono la depressione come un mostro nero che giorno dopo giorno divora a gran morsi la propria voglia di ridere, di comunicare, di vivere. Entrare nel vortice dello scoraggiamento significa smettere di credere, di avere speranza nel futuro, di avere fiducia nelle altre persone. Questo stato crea disagio, angoscia, paura e il pianto è l’unico amico che si sente di avere. Di conseguenza, si intuisce facilmente come la depressione sia un disturbo invalidante per chi ne soffre ma, allo stesso tempo, fonte di sofferenza per familiari e amici del malato a causa del senso di impotenza davanti alla patologia della persona amata. Ciò significa che tra i beneficiari della Legge 104 possono rientrare anche i soggetti depressi.
Legge 104 e depressione, i diritti da conoscere
In Italia circa 4/5 milioni di persone soffrono attualmente di depressione. Oltre al disagio della patologia occorre considerare l’aspetto sociale della problematica con una perdita di 4 miliardi all’anno circa per le ore lavorative perdute. I soggetti maggiormente colpiti sono gli over 65 ma una percentuale elevata è coperta anche da donne di età tra i 40 e i 50 anni.
I gradi di depressione sono differenti e danno diritto ai benefici della Legge 104 solamente quando si raggiunge un alto grado di invalidità. Il soggetto non riesce a vestirsi in autonomia, a mangiare, a compiere i più semplici gesti quotidiani. La patologia, dunque, deve essere riconosciuta come un handicap per garantire l’accesso alle agevolazioni. A stabilire le percentuali di gravità che danno diritto alle prestazioni sono le tabelle ministeriali dedicate.
Le tabelle ministeriali, patologia e invalidità
Le percentuali di invalidità vengono determinate dalla riduzione della capacità lavorativa. Iniziamo con la sindrome depressiva endoreattiva lieve con percentuale del 10%. Proseguiamo con la sindrome depressiva endoreattiva media con percentuale del 25% e grave con percentuale dal 31 al 40%. Nella lista troviamo, poi, la sindrome depressiva endogena lieve (30%), media (dal 41 al 50%) e grave (dal 71 all’80%).
Per la nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità l’INPS assegna una percentuale di invalidità compresa tra il 21 e il 30%; se lieve del 15% e se grave dal 41 al 50%. Concludiamo con la nevrosi ansiosa con una percentuale del 15% e la psicosi ossessiva con grado di invalidità compreso dal 71 all’80%.
Quando scattano le prestazioni economiche
Più è alto il grado di invalidità maggiori sono le conseguenze per la persone depressa sul piano sociale, familiare e lavorativo. Dove viene riconosciuta la Legge 104 si ha diritto ai permessi retribuiti mensili, alla scelta della sede di lavoro, al diritto di rifiutare un trasferimento e alla richiesta di agevolazioni fiscali per comprare pc, tablet, televisori, smartphone approfittando della detrazione del 19%.
Ai familiari che accudiscono il malato grave, invece, spetta il congedo retribuito per due anni. L’indennità di accompagnamento viene erogata solamente se il familiare assistito non deambula in autonomia e non riesce a svolgere le attività quotidiane più semplici. Ogni prestazione può essere richiesta telematicamente oppure con l’aiuto di Caf e patronati solamente dopo aver ottenuto la certificazione medica che attesta la presenza della patologia e dopo aver superato la visita medica della commissione INPS incaricata.