Per le spese di Pasqua, arriva un bonus simile a quello visto a Natale. Gli aiuti, però, non saranno per tutti. Ecco chi può fare richiesta.
Non è solo questione di crisi economica e guerra in corso. Nemmeno il meteo sembra volersi convincere dell’arrivo della primavera, rendendo l’umore generale piovoso come il tempo atmosferico.
Persino la Pasqua alle porte non sembra così imminente. Le uova di cioccolato hanno iniziato a riempire regolarmente gli appositi spazi dei supermercati e, come sempre, al netto di tutte le complicazioni del periodo, difficilmente i consumatori rinunceranno all’acquisto, con l’intento di regalare almeno ai più piccoli qualche buon motivo per sorridere. Da parte sua, il Governo ha deciso di mantenere ancora la politica dei bonus, alcuni dei quali particolarmente importanti visto i diffusi rincari che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. E proprio per la ventura Pasqua sembra in arrivo una novità interessante, legata proprio alle politiche di sostegno adattate al momento storico.
Nei giorni scorsi, infatti, più di un consumatore ha fatto riferimento a un presunto bonus per le festività pasquali, pari addirittura a 800 euro. Simile, in pratica, a quello che era stato disposto per le feste natalizie. E a quanto pare, non si tratta di una voce infondata: il Governo Draghi ha infatti deciso di sostenere le famiglie anche per le spese della festività primaverile, contando anche sui fondi messi a disposizione dai Comuni italiani. Un aiuto sostanziale visto che, per l’appunto, alcune famiglie potranno contare su una boccata d’ossigeno da 800 euro tondi.
Un Bonus, quello di Pasqua, che strizza l’occhio ai redditi più bassi. E saranno proprio i Comuni a spiegare le regole di accesso, tramite bandi emessi sui portali delle varie amministrazioni. Stesso discorso per il Bonus Spesa, che verrà ugualmente messo a disposizione degli Isee meno elevati. Stando così le cose, i soldi aggiuntivi spetteranno perlopiù ai nuclei familiari in condizioni economiche precarie e alle famiglie numerose. Per essere utilizzati, i buoni in questione dovranno essere spesi presso i rivenditori convenzionati, nei discount e nei supermercati. Il requisito reddituale sarà quindi indispensabile: la soglia, con piccole variazioni da Comune a Comune, si attesta più o meno sui 5 mila euro.
Attenzione alla compatibilità con gli altri bonus: misure come il Reddito di Cittadinanza infatti, o persino l’indennità di disoccupazione, andranno a incidere sull’importo ottenibile, in base al contributo che le misure in questione daranno al reddito familiare. Per verificare disponibilità e modalità di presentazione della domanda, sarà necessario scaricare e leggere attentamente i bandi comunali, tenendo presente che non in tutte le città i bandi sono già attivi. Nella Capitale il buono spesa può essere richiesto per una somma minima di 200 euro per i nuclei familiari composti da una sola persona, per poi salire fino a un tetto di 600 euro per le famiglie con 5 o più componenti. A Milano, minimo e massimo si attestano rispettivamente a 300 e 700 euro. Nessun bonus sarà automatico: indipendentemente dal Comune, la domanda dovrà essere inoltrata in forma obbligatoria.