La cottura passiva è un ottimo metodo per tenere sotto controllo i consumi relativi al gas. In pochi però attuano questo metodo semplice ed efficace
Alcuni nemmeno la contemplano, ma d’altronde nella patria della pasta non affatto semplice ideare e sperimentare dei metodi alternativi.
La pasta è uno dei prodotti che da sempre rende celebre l’Italia nel mondo. È il paese in cui se ne produce e se ne mangia di più, basti pensare che ogni cittadino ne consuma in media circa 20 Kg all’anno.
Per effetto di ciò è naturale che le nostre tavole siano imbandite di spaghetti, penne, fusilli, tortiglioni o altri formati simili. La preparazione seppur veloce e ormai consolidata resta comunque un momento di massima importanza, anche perché il bello di questo prodotto è che può essere condita in tante maniere differenti.
Solitamente basta mettere una pentola colma d’acqua sul fuoco, aspettare che arrivi al punto di ebollizione, calare la pasta e aspettare il tempo necessario riportato sulla confezione. Il tutto con il fornello sempre costantemente acceso.
Ma se si provasse a cambiare strategia per cercare di risparmiare qualcosina in termini di consumi? Grazie alla cottura passiva si può raggiungere questo ambizioso obiettivo senza intaccare la qualità della preparazione.
La pasta per cuocere ha bisogno di una temperatura di 80°, il che non significa necessariamente che bisogna tenere la fiamma attivata. Una volta che espletati tutti i passaggi (ebollizione dell’acqua, salatura e versamento della pasta nella pentola) è necessario mettere un coperchio e tenere il fuoco acceso per altri 2 minuti dalla ripesa del bollore.
A quel punto si può tranquillamente disattivare il fornello e ultimare la cottura per i restanti minuti previsti. Dunque non ci sono ripercussioni nemmeno sulla durata del procedimento che resta quindi invariato.
Fondamentale ai fini della buona riuscita della preparazione è evitare che il calore si disperda. Quindi, il coperchio deve chiudere ermeticamente la pentola, altrimenti si andrebbe in contro al rischio che l’acqua possa freddarsi e non contribuire alla realizzazione della pasta. Altro fattore da tenere a mente è che bisogna usare circa 1 litro d’acqua per ogni 100 grammi di pasta.
Così facendo si riducono sia i costi in bolletta che i pericoli in cucina (ci si può tranquillamente allontanare senza timore che possano esserci imprevisti). Inoltre l’acqua di cottura utilizzata può essere riutilizzata per allungare i sughi, brodi o minestre troppo asciutte.