In Italia l’incentivo all’esodo volontario come contributo per le dimissioni del lavoratore va ormai per la maggiore. In che modo si sviluppa questa possibilità
Un’azienda nostrana fusasi con altre straniere sta offrendo delle possibilità piuttosto importanti in tal senso, che possono essere molto vantaggiose anche per i dipendenti.
Ebbene si, siamo arrivati anche a questo. Lo scenario lavorativo italiano sempre più catastrofico sta portando le aziende a incentivare i lavoratori a lasciare il lavoro. Molte di queste ormai hanno l’esigenza di sfoltire l’organico e non potendo licenziare in tronco chi ha prestato servizio per anni o chi era stato assunto prima dei ribaltoni degli ultimi anni, hanno elaborato un piano alternativo.
In pratica, le società offrono soldi ai propri dipendenti affinché si dimettano dal lavoro. Naturalmente si tratta di una strategia che si possono permettere solo i grandi gruppi, che comunque non navigando nell’oro sono alla ricerca di soluzioni rapide per cercare di togliersi dal groppone spese superflue o eccessive.
In genere, in questi casi si parte da un accordo sindacale attraverso cui i rappresentanti dell’azienda e i rappresentanti dei lavoratori su chi “congedare” e a quali cifre. In tal senso spicca il caso di Stellantis (nata dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles, Peugeot, Citroen, DS ed Opel). Da Melfi in Basilicata a Mirafiori a Torino l’azienda offre denaro ai lavoratori al fine di ridurre l’organico.
Tralasciando il caso che si trovano a 5 o meno anni di distanza dalla pensione di vecchiaia o da quella anticipata, per i dipendenti un po’ più in là con l’età esiste la possibilità del contratto di espansione. La compagnia si prende l’incarico di finanziare un assegno mensile di prepensionamento pagato dall’Inps al lavoratore.
Diverso lo scenario per quanto riguarda l’incentivo all’esodo. Stellantis è arrivata ad offrire 55.000 euro ai lavoratori per licenziarsi, a patto che si dimettano entro giugno. Al momento ciò non sembra aver smosso gli operai. Tra questi ci siano “anziani” stanchi dopo lunghe e logoranti carriere lavorative e giovani, che avrebbero tempo e modo per reinserirsi sul mercato. Questi ultimi con l’indennizzo sopracitato potrebbero addirittura cambiare strada e ponderare di aprire un’attività propria, anziché lavorare come dipendenti.