La morsa del Fisco sull’evasione fiscale diventa sempre più stretta. Conti e carte sono nel mirino da tempo ma ora ci sono nuovi strumenti per stanare chi non paga le tasse.
Nell’ultimo mese i controlli del Fisco nei confronti dei contribuenti sono aumentati notevolmente. La lotta conto l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro è, ormai, nel vivo.
Nessun contribuente è fuori dalla lotta all’evasione fiscale. Nella rete dei controlli potrebbe cadere ognuno di noi anche per un piccolo banale errore commesso inconsapevolmente. La Legge, è risaputo, non ammette ignoranza e tale detto vale anche per il Fisco. Occorre sapere qual è la modalità corretta di gestione del conto corrente e delle carte, quali sono i limiti dei movimenti di denaro e come effettuare un trasferimento di soldi senza destare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate. Ogni dettaglio deve essere valutato attentamente oppure si rischia di cadere in quella rete di controlli che porterà a dover giustificare le operazioni sui propri risparmi.
Un mese intenso per il Fisco e i contribuenti. Il numero di verifiche e di incrocio dei dati è aumentato notevolmente e i rischi sono di incorrere in pesanti sanzioni. L’Agenzia delle Entrate per stanare gli evasori utilizza un sistema di incrocio delle informazioni in proprio possesso con i dati presenti nel database della Guardia di Finanza. Un lavoro attento e dettagliato che ha iniziato a raggiungere i primi traguardi individuando molti illeciti. Stanare gli evasori significa poter restituire alla Stato somme importanti in modo tale da recuperare in parte l’evasione fiscale.
I risultati vengono raggiunti grazie all’utilizzo di strumenti innovativi e altamente tecnologici. Nell’ultimo mese, ad esempio, a fornire un contributo notevole sono stati algoritmi specifici e l’intelligenza artificiale capaci di individuare la più piccola nota stonata durante le verifiche di conti correnti e carte, anche quelle prepagate.
Le verifiche scattano automaticamente nel momento in cui viene rilevata una discrepanza tra entrate e uscite. In particolar modo, i controlli si avviano nel momento in cui si stima una spesa superiore al 20% rispetto alle entrate. Tale differenza porta il Fisco a ritenere che le somme aggiuntive provengano da lavoro in nero o da comportamenti illeciti.
Il contribuente, poi, deve stare molto attento anche al trasferimento di denaro dal proprio conto ad un altro. Qualora il motivo del movimento non dovesse risultare chiaro, il Fisco potrebbe procedere con ulteriori controlli per poi chiedere al cittadino delucidazioni. L’accusa può rientrare nel momento in cui l’accusato dimostra con prove inequivocabili che il passaggio di denaro non nascondeva nessun traffico illecito.