C’è tempo fino al 1 maggio 2022 per effettuare un’importante domanda inerente le pensioni. Di cosa si tratta nello specifico
La possibilità è aperta solo ad una determinata categoria di cittadini che hanno maturato alcuni importanti requisiti.
Resta poco tempo per effettuare la richiesta per ottenere la pensione anticipata per coloro che maturano i requisiti previsti nel 2023. L’opportunità riguarda esclusivamente i lavoratori autonomi che si occupano di attività usuranti.
Entro il 1 maggio 2022 bisogna inviare la documentazione necessaria per evitare che scada la possibilità di ottenere il beneficio regolamentato dalla circolare numero 1201/2022 emanata dall’INPS. Nel documento è specificato che i dipendenti privati che nel corso della loro carriera hanno svolto mansioni gravose hanno diritto alla pensionamento anticipato.
Andando nello specifico possono effettuare la domanda gli autisti adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo. Ciò può avvenire solo a patto che i cittadini in questione abbiano versato almeno 35 anni di contributi. Se sono lavoratori dipendenti, devono aver compiuto 67 anni e sette mesi. Nel caso degli autonomi bastano anche 62 anni e 7 mesi.
Sono inoltre ricompresi gli occupati per un numero di giorni lavorativi pari o superiori a 78 all’anno, i lavoratori impegnati per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno e i dipendenti che lavorano da 72 a 77 giorni all’anno. Fanno parte dei lavori usuranti anche quelli che contemplano turni notturni visto che sconvolgono il ritmo della vita quotidiana.
Appurato chi può accedere alla misura, non resta che capire le modalità attraverso la quale può essere inviata la richiesta. Sostanzialmente va fatto per via telematica, completa del modulo AP45 e una serie di documenti richiesti.
Cosa succede se non si conclude la pratica entro il 1 maggio 2022? Niente paura si può rimediare, ma ciò comporta alcune conseguenze non propriamente piacevoli. In pratica, i ritardatari avranno un differimento dell’assegnazione della pensione di un mese se il ritardo nel richiedere l’uscita dal mondo del lavoro è inferiore o pari a un mese. Più si posticipa il momento più verrà procrastinato il pensionamento. Dunque, chi proprio non ha intenzione di posticipare il lieto momento non può aspettare ancora tanto.