Le minacce ci sono, la speranza che non accada mai una guerra nucleare, è vastissima, ma l’Italia cosa ha preparato?
La speranza è che possiamo continuare a parlarne come un argomento di curiosità e non per emergenza. Gli ultimi tempi, con le minacce che arrivano da Mosca, hanno fatto affrettare l’Italia a correre ai ripari. Una possibile minaccia nucleare, ha ragione di preoccupare ed il Paese, di preparare le contromisure. Da questo, è nato il nuovo Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Cosa faremmo in caso di reale pericolo?
Le risposte, vengono date subito, perché una scongiurabile, ma possibile guerra nucleare, cambierebbe lo scenario dei posti colpiti, in 45 minuti. Nella bozza del nuovo piano firmato dallo stesso Draghi, ci sarebbero tre passi fondamentali, iniziati dal riparo al chiuso: “restare nelle abitazioni con porte e finestre chiuse e i sistemi di ventilazione e condizionamento spenti, per brevi periodi di tempo. Con un limite massimo ragionevolmente posto a due giorni”.
Guerra nucleare, come sopravvivere
Tutti chiusi dentro per almeno due giorni quindi, e poi a seconda dello scenario che si prospetterebbe, la possibile entrata in scena di tre diverse fasi. Sembra una cosa lontana dalla realtà, parlarne, ma intanto in Italia è già caccia all’acquisto del bunker. La seconda, è quella della iodoprofilassi, con possibile monitoraggio della contaminazione personale, seguito eventualmente dalla fase di transizione, con la bonifica dei territori e la gestione di possibili materiali contaminati.
E non sono solo i bunker ad essere venduti. In Italia, ma non solo, è improvviso boom di vendite di pillole allo iodio. Gli esperti però, ricordano che fare uso e consumo senza consultare chi di dovere, non sarebbe utile, il più delle volte. I Paesi che maggiormente hanno assistito alla corsa alle farmacie, sono Belgio e Francia. Gli esperti sconsigliano vivamente di ingerire pasticche allo iodio preventivamente, e quindi in assenza di vera attività nucleare.
Oltre a tutto quanto detto prima, tornando all’Italia, c’è già anche un Piano nazionale di difesa civile contenente strategie di prevenzione e pianificazioni, per il soccorso da attacco nucleare. Ovviamente, le mosse da fare sono sempre le stesse. Ricorrere allo iodio stabile, per contrastare quello radioattivo, poi il riparo al chiuso ed anche un piano di transizione, per allontanare eventuali popolazioni, dove i valori di radioattività dovessero diventare troppo alti. Infine, c’è anche un piano di misurazione dei livelli di radiazione nell’aria, nell’acqua e anche negli alimenti, con eventuale divieto di acquistare quelli tossici.