Vivere da soli è l’obiettivo di moltissimi giovani, tuttavia per i single la scelta implica non solo responsabilità, ma anche diversi costi fissi.
La decisione di vivere da soli permette di ottenere grande autonomia, ma bisogna mettere in conto una pluralità di spese, che implicano di riflettere con attenzione prima di lanciarsi in questa iniziativa.
L’idea di andare a vivere da soli rappresenta qualcosa di molto comune tra i giovani e giovanissimi. Tuttavia di mezzo ci sono pro e contro, come in tantissime altre scelte: infatti abbiamo più libertà e indipendenza da un lato, ma dall’altro anche più responsabilità e costi fissi da sostenere.
Vero è che, oggigiorno, è sempre più difficile prendere la concreta decisione di andare a vivere fuori dalla casa dei propri genitori. Specialmente i rincari delle materie prime e gli aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità non aiutano a fare il grande salto.
Di fatto il problema è essenzialmente di tipo economico: la mancanza di un lavoro stabile e duraturo oppure la presenza di uno stipendio non proporzionato al costo della vita, sono elementi che di fatto costringono molti giovani e meno giovani a rinviare la scelta di andare a vivere da soli.
Svariate sono, d’altronde, le voci di spesa da considerare: non soltanto i canoni di affitto di una abitazione più o meno grande, e più o meno prossima al centro città. Da mettere in conto anche tanti altri costi, come ad esempio quelli delle bollette e del cibo. Poi c’è anche da considerare che cercare una nuova casa da comprare o in cui vivere in affitto è, non di rado, una fonte di stress non indifferente.
Insomma, appare opportuno di seguito fare il punto della situazione e vedere quanto può costare – oggi – andare a vivere da soli. Quali sono gli aspetti di cui tenere conto per fare una scelta ponderata e senza rischi di ripensamento? E quali sono tutti i vari costi da sostenere, nonché la spesa totale mensile? Lo scopriremo in questa sintetica guida pratica.
Andare a vivere da soli: i costi dell’affitto e del mutuo
Tutti coloro che sognano o vogliono concretamente andare a vivere da soli, si chiedono quali sono tutte le varie spese da prendere in considerazione. Ebbene, la principale è sicuramente quella collegata direttamente all’abitazione in cui andare a vivere. Coloro i quali sono già in proprietà di una casa, perché magari regalata dai genitori, sicuramente hanno una spesa in meno che solleva da non poche responsabilità.
Tutti gli altri, invece, dovranno contare sulle proprie risorse e sul proprio reddito, al fine di sottoscrivere un contratto di affitto, e pagare di seguito le relative rate.
Se ci si chiede quanto può costare mensilmente essere in affitto, la risposta è che i prezzi cambiano in modo molto marcato, in base alla zona geografica. In linea generale, tuttavia, si può affermare che per un piccolo appartamento in un paese di provincia si può spendere ogni mese tra i 400 e i 500 euro di affitto.
I problemi maggiori, sul piano delle spese di affitto, si manifestano laddove colui che vuole andare a vivere da solo, intende trovare un appartamento locato in una grande città. Ebbene, in una città come Milano un appartamento di 40 metri quadri può arrivare a costare anche mille euro di affitto mensili in zone di prestigio. In altre città meno importanti e in quartieri più nella media i costi scendono e si può pagare tra i 600 e i 700 per un appartamento di dimensioni piccole o medie.
E’ importante altresì ricordare che, anche in caso affitto, alcuni lavori sono indispensabili: ad es. la manutenzione della caldaia, la lavatrice che si rompe, l’ascensore da aggiustare. Ecco perché prima di firmare un contratto è preferibile informarsi anche sulle spese condominiali e casalinghe, a carico dell’affittuario o del proprietario dell’immobile.
Laddove si scegliesse invece il mutuo, le spese non sono così diverse. Infatti per coloro che hanno un lavoro stabile e un contratto a tempo indeterminato, la scelta del mutuo comporta di dover versare una rata pari ad alcune centinaia di euro al mese, in ipotesi di mutuo ventennale. Ovviamente la richiesta del mutuo è soggetta all’approvazione della banca cui ci si rivolge.
Vivere da soli: la caparra, le spese di allaccio utenze e i mobili
Ovviamente dopo la stipula del contratto di affitto, l’elenco delle spese non termina, ma prosegue oltre. Infatti, dopo la sottoscrizione del contratto di affitto, emergono tutte le varie spese tipiche e successive all’ingresso nella nuova abitazione.
Non si può dimenticare infatti che nella prassi il proprietario dell’immobile pretende, a titolo di caparra, tre mensilità anticipate.
Anzi, la prima grande spesa, molto maggiore dell’affitto in sé, è la somma consistente nella “caparra”, ossia il deposito cauzionale. Esso si calcola sulla scorta del prezzo dell’affitto. Come appena accennato, si sommano due o tre mensilità (la caparra non può mai superare le tre mensilità), al fine di lasciare una cauzione a garanzia dell’effettivo adempimento delle future prestazioni nei confronti del proprietario.
Facendo un veloce esempio, se l’affitto per un appartamento è pari a 600 euro al mese ed è domandato un deposito cauzionale di due mesi più l’ingresso, di fatto tre mensilità, si viene a pagare un totale di 1.800 euro.
Senza contare che se il contratto di affitto è stato firmato con il supporto di un’agenzia immobiliare, sarà necessario riconoscere a quest’ultima un onorario.
E a queste spese vanno aggiunte anche quelle di allaccio delle utenze. Per la richiesta di allacciamento è necessario andare di persona agli sportelli del fornitore o chiamare il servizio clienti, oppure compilare il modulo via internet ed inviarlo, via posta, fax o e-mail. Esse competono però a colui che è proprietario dell’abitazione.
Non mancheranno inoltre le spese per l’arredamento e per gli elettrodomestici. Infatti, anche nei casi in cui l’appartamento sia del tutto arredato, vi saranno sempre degli oggetti da comprare: pensiamo ad es. ad una lavatrice nuova, oppure alle pentole o al divano. Ecco perché si può sintetizzare affermando che le spese di ingresso in una nuova abitazione, per colui il quale vuole andare a vivere da solo, possono superare ampiamente i mille euro.
I costi delle bollette di luce, acqua e gas
C’è poi un’altra serie di costi che possono spaventare colui che intende essere indipendente e vivere da solo. Ci riferiamo alle bollette, i cui prezzi hanno subito un’impennata senza precedenti negli ultimi tempi. Finora un giovane che vive da solo poteva quasi sottovalutare il costo di luce, acqua e gas, in particolare in ipotesi di svolgimento di un lavoro a tempo pieno. Infatti si tratta di situazioni in cui la vita domestica si sviluppa soprattutto nelle ore serali e notturne, con un utilizzo relativamente ridotto di acqua, luce e gas.
Il punto però è che i costi delle bollette sono oggi saliti in modo vertiginoso e sommarli assieme significa dover sostenere, periodicamente, costi pari ad alcune centinaia di euro. Si tratta di spese che vanno fortemente ad incidere sul budget mensile. Senza contare le ulteriori spese che si sommano alle utenze classiche, ovvero le spese fisse per la connessione a internet.
Bisogna considerare almeno qualche decina di euro mensili per una connessione con fibra. Ma vero è che oggi internet è importante anche sul proprio smartphone, per poter utilizzare anche in movimento applicazioni come WhatsApp, Facebook ed altri social network. Anche questo costo va considerato.
Single e la spesa al supermercato: quanto si spende?
Oltre ai costi sopra esposti, è necessario anche fronteggiare le spese inerenti al cibo. Ecco perché cercare di risparmiare quando si va al supermercato, diventa uno degli obbiettivi principali di chi vuole vivere da solo, senza spendere una fortuna per alimentarsi.
Insomma, sapersi destreggiare tra gli scaffali di un supermercato, scegliere i prodotti giusti e cogliere tutte le possibili offerte speciali in circolazione, diventa essenziale per non dover fare i conti con uno scontrino troppo oneroso per le proprie finanze.
Specialmente all’inizio, la spesa per il cibo inciderà non poco sui costi mensili, siccome è risaputo che tra i primi acquisti dei giovani, vi sono quelli rientranti nel cd. “junk food” come patatine, bibite gassate e cioccolata di vario genere.
Acquisito un maggior senso di responsabilità per quanto attiene alle spese al supermercato, sarà possibile risparmiare qualcosa. Ma è pur vero che oggigiorno, con i rincari che si registrano anche al supermarket, una spesa normale per la settimana non è solitamente al di sotto dei 50-60 euro, per un costo mensile dell’alimentazione attorno ai 200-250 euro.
I costi dell’automobile
Se si vive in una grande città, è possibile fare a meno della macchina, preferendo l’utilizzo dei mezzi pubblici. Ma è vero che se la scelta di andare a vivere da soli prevede di stare in un piccolo paese di provincia, in cui i mezzi pubblici non sono presenti o lo sono poco, essere in possesso di una propria automobile è di fatto obbligatorio.
Di per sé un’automobile non costa poco: si tratta pur sempre di almeno 10mila-15mila euro per un veicolo nuovo, anche se si può risparmiare qualcosa con l’usato.
Ma non c’è soltanto questo. Sussistono altresì le periodiche spese di manutenzione e ovviamente il costo della benzina. Anzi proprio quest’ultimo è il più frequente e visti i rincari degli ultimi tempi, in molti tra coloro che vivono da soli, preferiranno risparmiare qualcosa e usare un po’ meno il mezzo a motore (a meno che non sia usato per ragioni di lavoro).
Poi annualmente c’è la RCA da pagare (c’è chi preferisce avere una trattenuta mensile invece che annuale). E sempre ogni anno occorre pagare la tassa di circolazione. Ecco perché sommando tutte queste voci di spesa, mantenere un’auto ogni mese impone di versare almeno 200 euro. Anche questo è dunque un costo non indifferente e tale da spingere molti single che vivono da soli a preferire mezzi di trasporto alternativi ed anche più salutari, come ad es. la bici classica, la e-bike o il monopattino elettrico.
Le spese per l’abbigliamento e per la cura della persona
Vi sono anche altre spese, oltre a quelle sopra citate e considerabili come obbligatorie. Ci riferiamo a voci di spesa ‘facoltative’ ma che, di fatto, rappresentano un appuntamento più o meno fisso per tutti coloro che intendono andare a vivere da soli. Pensiamo infatti all’abbigliamento: anche a voler risparmiare facendo acquisti mirati e sfruttando magari le offerte in saldo, una spesa mensile di questo tipo sia aggira sui 70-80 euro in media.
Per quanto riguarda la cura della persona, c’è da distinguere. Infatti i maschi solitamente spendono un po’ meno, in quanto la spesa tipica è generalmente quella del parrucchiere. Le femmine invece tendono a curare di più la propria persona e dunque non di rado debbono mettere in conto le spese del centro estetico. Senza contare tra l’altro che, negli ultimi anni, è emersa la tendenza che vede sempre più uomini recarsi dall’estetista, oppure ricevere le prestazioni dei cd. “barber shop” le cui tariffe sono maggiori di quelle del barbiere vecchio stile.
Alla luce di quanto appena detto con riferimento alle spese per la cura della persona, si può stimare un costo di circa 50-60 euro mensili, ma con una certa differenza tra uomo e donna.
Il costo totale per andare a vivere da soli: una stima
Alla luce di quanto detto finora, le spese che gravano su chi intende farcela con le sole proprie forze, per acquisire autonomia e indipendenza, non sono di certo esigue. Infatti, senza tener conto dei costi dell’affitto o del mutuo, ciascuna persona che vive da sola spende almeno 500-700 euro al mese.
Ma se aggiungiamo le spese per affitto o mutuo si sale non di poco, fino a superare ampiamente i mille euro mensili di spesa per vivere da soli. Avvantaggiati, da questo punto di vista, sono dunque coloro che hanno già una casa di proprietà. Inoltre, è pur vero che le spese iniziali, ossia quelle in gioco nelle primissime fasi nella nuova abitazione sono sempre maggiori delle spese periodiche mensili, nel corso del tempo.
Precisiamo altresì che nella somma delle spese finora citate ne mancano ancora altre che, pur non obbligatorie, sono tipiche dello stile di vita di un giovane. Pensiamo alla pizza con gli amici oppure all’abbonamento allo stadio, per esempio. Ma pensiamo anche ad altri costi come le spese periodiche per il dentista e per l’assicurazione auto (nel caso se ne possegga una). Chiaro che se immettiamo nel conteggio anche tutte queste voci ci si rende agevolmente conto che, al di là della forza di volontà, vivere da soli implica oggi un impegno economico non indifferente.
Ecco perché è auspicabile avere un lavoro fisso e stabile, con uno stipendio dignitoso e almeno pari a 1.400-1.500 euro al mese. Per questa cifra occorre lavorare a tempo pieno e magari con un contratto a tempo indeterminato, per avere la garanzia di poter sostenere le varie spese mensili nel corso del tempo e non essere costretti a chiedere aiuti economici di vario tipo.
Certo è che partendo da questa cifra e scegliendo di vivere in un appartamento non così costoso, si può sicuramente vivere da soli in modo dignitoso e anche mettere da parte un po’ di risparmi.
Bonus prima casa under 36: di che si tratta?
In rapporto all’argomento principale del nostro articolo, non possiamo non menzionare l’esistenza e il meccanismo del bonus prima casa under 36. Introdotto dal decreto legge n. 73 del 2021 soprannominato “Sostegni bis” e prorogato con la legge di bilancio 2022, si tratta uno strumento pensato per favorire l’autonomia dei giovani con età inferiore a 36 anni e facilitare la scelta di andare a vivere da soli.
Chi non intende stare in affitto, ma comprare casa deve dunque essere al corrente di questa agevolazione fiscale molto interessante.
In particolare, lo Stato diventa garante anche per quei giovani, al sotto dei 36 anni di età, che non hanno un contratto a tempo indeterminato, garantendo sull’80% della quota capitale e in particolar modo per quei mutui considerati a rischio. Lo specifichiamo: si tratta di agevolazione che vale verso i giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età nell’anno in cui è stato firmato il contratto.
Il bonus è applicato a tutte le compravendite incluse nel periodo tra il 26 maggio 2021 e il 31 dicembre 2022.
Agevolazioni e requisiti del beneficiario e dell’abitazione
Non solo. A parte la suddetta garanzia, il bonus prima casa prevede ulteriori agevolazioni come, ad esempio, l’esonero da tasse e imposte di registro, ipotecarie e catastali. Per coloro i quali intendono andare a vivere da soli, è interessante anche segnalare la riduzione dell’Iva al 4% e l’esenzione dall’imposta sostitutiva dello 0,25%.
Per quanto riguarda i requisiti di colui che fa domanda, ricordiamo che vi sono – ad esempio – quelli legati all’Isee. Quest’ultimo deve infatti essere al di sotto dei 40mila euro annui (calcolato in base al reddito e al patrimonio) e deve riferirsi al secondo anno anteriore alla presentazione della dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), al cui interno sono inclusi i dati anagrafici, patrimoniali e reddituali del nucleo familiare.
Mente per quanto riguarda il valore, il mutuo per la casa non deve oltrepassare i 250mila euro. Circa la destinazione dell’immobile, esso deve essere adibito ad abitazione principale e si deve stabilire la propria residenza entro 18 mesi dall’acquisto.
Attenzione però: per rientrare nel bonus prima casa under 36, anche l’abitazione deve rispondere ad una serie di requisiti catastali e fare parte di una delle categorie comprese tra la A/2 e la A/7 e altresì A/11. Anche gli immobili acquistati tramite asta giudiziaria sono coperti dall’agevolazione in oggetto.
Inoltre, il citato bonus può essere fatto valere anche nei confronti di altri immobili, come il garage.
Single: tra libertà e scoperta delle proprie potenzialità
A conclusione del nostro articolo riguardante i costi dell’andare a vivere da soli, consideriamo alcuni buoni motivi alla base della scelta. Vero è che la vita da single non è adatta a tutti i caratteri e c’è chi sicuramente preferisce ‘appoggiarsi’ a qualcuno per fronteggiare le varie vicissitudini della vita, ma è altrettanto vero che se si è in grado di contare sulle sole proprie forze, i vantaggi non mancano.
Infatti vivere da soli insegna come gestire e usare le proprie abilità. Sebbene all’inizio potrebbe essere non semplice, con il tempo colui che vive da solo si renderà conto di saper fare molte più cose di quanto creduto in precedenza.
Vi è poi da notare il seguente aspetto: se si ha l’abitudine di essere in una relazione, la possibilità di prendere decisioni da soli potrebbe dapprima allarmare, ma è anche vero che alla lunga prendere decisioni senza essere giudicato dal partner per quanto scelto, si rivela senza dubbio molto positivo per la propria psiche.
Inoltre, vivere da soli permette di stare in un contesto che favorisce la maggior scoperta della propria persona. In altre parole, è dunque più facile imparare di più su noi stessi, sulle nostre potenzialità e punti deboli. La vita non in coppia o con qualcun’altro in abitazione favorisce il viaggio introspettivo e consente talvolta di scovare doti innate, ma mai emerse in precedenza. Soprattutto si tratta di un tipo di vita che favorisce lo sviluppo delle proprie passioni.
Vivere da soli: conviene davvero? Meno stress e più autostima
C’è poi da dire che vivere da soli significa dover sopportare, solitamente, un minor carico di responsabilità e di stress. Infatti tendenzialmente si è molto liberi. Si può fare quello che si preferisce, in ogni momento e luogo. Vero è che vivere con altre persone comporta la suddivisione di alcuni doveri: vivere da soli consente invece di evitare varie incombenze quotidiane.
Senza contare il vantaggio rappresentato dalla possibilità di rilassarsi e distendersi con qualche comfort e senza nessuno che possa obiettare qualcosa a riguardo. Si tratta di un vantaggio senza dubbio molto utile per chi svolge un lavoro faticoso e impegnativo, e quando torna a casa ha solo il bisogno di staccare un po’.
Non solo. La scelta in oggetto consente di valorizzare maggiormente le relazioni con gli altri. Senza la presenza continua del prossimo, è infatti più facile ricordare il valore degli affetti.
Infine, vi sono altri tre aspetti che rendono molto interessante il vivere da soli. Colui che sceglie questo ‘stile di vita’ imparerà a prendersi cura di se stesso. Nessun’altro lo farà al proprio posto. Ciò sicuramente influirà in modo positivo sulla propria autostima.
Vivere da solo consente poi di imparare a gestire i propri risparmi in modo responsabile, per fronteggiare tutte le varie spese che fanno parte della vita da single. E in ultimo le persone che non troppo espansive e più portate alla dimensione interiore, apprezzeranno particolarmente l’andare a vivere da soli. Avranno tutto il tempo che desiderano per prendersi cura di sé. Conserveranno comunque la possibilità di espandere la propria rete di conoscenze ed amicizie, nel momento in cui lo riterranno opportuno.