Contatta su Instagram da un sedicente svedese, la donna ha inviato denaro in grandi quantità al truffatore. E aveva persino comprato il biglietto aereo.
Le potenzialità dei social network sono pressoché infinite. In grado di connettere persone lontanissime fra loro, l’avvento di questi strumenti nella quotidianità ha rivoluzionato il modo di comunicare e interagire, anche fra parenti.
Il problema è che, nonostante la loro indubbia utilità, l’utilizzo di tali strumenti può essere benefico quanto distruttivo, se declinato a fini illeciti. I rischi sono potenzialmente ovunque e non sempre individuabili per tempo. Spesso gli strumenti utilizzati sono le cosiddette truffe informatiche, tentativi di adescamento che toccano tasti notoriamente delicati come i conti in banca e tutto ciò che è connesso ai propri risparmi. I tentativi di phishing sono ben noti e soprattutto ben descritti, così da rendere facilmente distinguibile una mail fasulla da una reale. Un altro tipo di problema sorge nel momento in cui il truffatore veste i panni di una persona comune, apparentemente intenzionata all’uso di internet (dei social in questo caso) per vincere la timidezza e conoscere persone. Magari anche per una possibile relazione.
Anche in questi casi bisogna fare attenzione. La recente vicenda che ha coinvolto una giovane di Ravenna, adescata e sedotta tramite Instagram, è l’emblema di come anche uno strumento di per sé positivo come un social network possa essere deformato e sfruttato illecitamente a fini criminali. La donna è stata infatti contattata sulla piattaforma da un sedicente scandinavo e convinta a inviare un’enorme quantità di denaro tramite carte prepagate. E, addirittura, a non troncare la relazione virtuale una volta rivelato l’inganno. Uno sfruttamento stroncato dall’intervento decisivo della Polizia postale.
Sedotta e derubata su Instagram: l’intervento della PolPosta
La trappola era scattata in modo subdolo. Uno di quegli inganni volti a sfruttare persone senza nemmeno incontrarle faccia a faccia, tanto vile quanto crudele. Stavolta, però, l’inganno architettato su Instagram stava funzionando. La donna era stata contattata da un uomo che, in un primo momento, si era presentato come uno svedese, imbastendo un approccio fin troppo diretto. Di giorno in giorno, la confidenza era cresciuta tanto che il truffatore aveva convinto la ragazza a inviarle delle foto, anche intime, strumento spesso utilizzato come arma di ricatto. Dopodiché l’uomo ha alzato il tiro, chiedendo alla vittima di inviare del denaro tramite carte prepagate. Per poi rivelare di non essere per nulla svedese ma (sempre secondo quanto da lui raccontato) proveniente dalla Costa d’Avorio.
Nemmeno questa rivelazione aveva convinto la donna a troncare la relazione. Anzi, il truffatore l’aveva addirittura convinta a prendere un aereo e volare fino alla maggiore città del Paese africano, Abidjan, per intraprendere una relazione “alla luce del sole”. La vittima aveva già comprato il biglietto aereo prima che un intervento esterno, probabilmente da qualche conoscente, la convincesse a fermare tutto e a contattare la Polizia Postale. Solo a quel punto la donna ha realizzato di essere stata vittima di una truffa romantica (o “romance scam”). Un fenomeno che, negli ultimi tempi, ha avuto un aumento vertiginoso, sottraendo alle vittime denaro (come in questo caso) e soprattutto autostima.