Addio al contributo di solidarietà, spazio alla perequazione. E la pensione beneficia di un aumento ulteriore per la detrazione. Ecco per quale fascia.
Era stata parzialmente annunciata una risalita per il mese di marzo. E in effetti, sembra che il prossimo assegno potrebbe far sorridere una vasta schiera di pensionati.
Qualche decina di migliaia almeno, ossia i beneficiari degli effetti della perequazione e dei nuovi scaglioni Irpef. Non solo però. Per un nutrito gruppo di pensionati arriverà un’ulteriore aggiunta pari a 50 euro, da considerare però in ottica di detrazione fiscale. Un premio aggiuntivo che interesserà la maggior parte di coloro che non hanno usufruito della rivalutazione del proprio assegno (pari al 40%). Fra le normative inerenti al tema pensione non rinnovate dal Governo Draghi, il cosiddetto “contributo di solidarietà” sugli importi più elevati, rimosso in luogo della perequazione su gli assegni nel loro complesso, adeguando quindi le pensioni al costo della vita. Una novità attesa, parallela alla riforma delle aliquote Irpef.
In sostanza, a partire dal mese di gennaio, gli importi sono stati rivalutati in base all’inflazione (la cui salita è prevista a lungo termine). L’adeguamento, però, è stato deciso sulla base di alcuni parametri determinati dal Governo, il che ha comportato una rivalutazione sì ma non in misura paritaria per tutte le fasce. Questo non toglie che la revisione degli scaglioni Irpef, diminuiti rispetto al passato, abbia prodotto un incremento degli assegni, anche se premiando maggiormente alcune precise fasce di reddito. Il lato positivo è che con le nuove aliquote, l’importo Irpef da versare allo Stato sarà inferiore rispetto al passato.
Revisione Irpef e nuovi scaglioni: a chi aumenta la pensione
Le nuove norme introdotte hanno portato alla revisione degli assegni in base agli indici Irpef di riferimento. Ad esempio, i pensionati con assegno mensile fino a 1.250 euro, saranno posizionati su un’aliquota del 23%. La quale salirà al 25% per gli importi lordi compresi fra 1.250 e 2.333,33 euro, mentre per chi incassa una cifra lorda da questa fino a 4.166,66 euro, l’aliquota Irpef sarà al 35%. Infine, 43% per gli assegni superiori. Modifiche che hanno interessato anche le detrazioni per chi percepisce un reddito previdenziale (o più di uno). Un’ulteriore spinta alla riduzione dell’Irpef lorda. Nuove regole che hanno portato gli importi pensionistici fino a 8.500 euro a detrarne fino a 1.955.
Fino a pochi mesi fa, il massimo non andava oltre i 1.880. Inoltre, una revisione ha interessato anche gli importi tra 8.500 euro e 28 mila euro, così come quelle inquadrate nella fascia tra 28 mila e 50 mila e quelle oltre i 50 mila. Detrazioni che vengono applicate secondo formule determinate in base agli indici di riferimento. Per quanto riguarda i 50 euro aggiuntivi, sarà la fascia 25-29 mila a esserne interessata. L’Agenzia delle Entrate, a febbraio, ha determinato un’ulteriore detrazione specifica, applicata come correttivo alle detrazioni riproporzionate. L’aumento sarà disposto per l’intero 2022.