Combinando i fattori di Common equity Tier 1 e Total capital ratio, Altroconsumo stila una graduatoria delle banche più affidabili.
Grandi, piccole, medie, fisiche o digitali. Le banche, da qualche anno a questa parte, sono diventate un po’ come le università. Ne esistono di ogni tipologia e dimensione, alcune realizzate persino interamente sul web.
A ogni modo, per quanto la scelta dell’ateneo in cui affrontare i propri studi sia seria e vada ponderata al meglio, quella relativa al luogo a cui affidare i sudati risparmi assume decisamente un altro aspetto. Ed è bene precisare che non tutte le banche sono uguali fra loro. Anzi, da un istituto di credito all’altro, anche a parità di condizioni, le differenze possono essere sostanziali. Sia nelle offerte che nella gestione dei depositi. Per questo decidere a chi affidare i propri risparmi non è per nulla semplice, specie in questo momento storico. Gli esperti di Altroconsumo hanno cercato di stilare una graduatoria bicefala, incentrata sia sulle banche ritenute migliori che su quelle ritenute, al contrario, meno affidabili in questo momento.
Un compendio ottenuto incrociando le tendenze e le recensioni dei clienti, oltre che le strategie finanziarie messe in atto dalle banche stesse. A volte, e questo in parte già sis sapeva, anche istituti di credito minori finiscono per emergere dal mare magnum. E, per questo, affidarsi alla mera classifica senza indicare le ragioni delle scelte potrebbe essere scarsamente d’aiuto. Altroconsumo, nella sua analisi “Bancasicura”, attribuisce un punteggio da 1 a 5, determinando le condizioni delle banche ni base alle prerogative indicate. Nel linguaggio tecnico, si parla di Common equity Tier 1 e Total capital ratio. Il secondo, in particolare, viene attenzionato in modo mirato dalla Banca Centrale Europea, che ne chiede un livello minimo del 7% (10% per il primo).
Un’attenzione particolare, l’associazione la pone anche sul Texas ratio, ossia un indicatore tra i rapporti dei crediti deteriorati, somma del patrimonio e accantonamenti sui crediti. In questo caso, il valore positivo da considerare sarebbe inferiore a 1. Sommando i vari fattori, dal gruppo emergono realtà come Banca Agricola Popolare di Ragusa, il gruppo Banca Generali, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, Banca Mediolanum, Banco di Sardegna, Banca Profilo, Unicredit, Fineco. E anche realtà più localizzate, come la Bcc dell’Alto Tirreno della Calabria – Verbicaro, di Casalgrasso e Sant’Albano Stura e Bcc di Leverano. L’elenco sarebbe decisamente più lungo e si tratta di una graduatoria assolutamente mobile. Tanto per fare un esempio, la maggior parte delle banche elencate ha guadagnato un punto nell’ultimo anno, incassando le cinque stelle.
Viceversa, le banche meno sicure figurano con punteggi più bassi. Si tratta di quegli istituti di credito che, sul piano dell’equilibrio fra Common equity Tier 1 e Total capital ratio, hanno fornito gli standard meno qualitativi nell’analisi di Altroconsumo. In fondo alla classifica stanziano nomi come Banca del Cilento di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania, Solution Bank, BTL – Banca del Territorio Lombardo e Crédit Agricole FriulAdria. Sostano in queste posizioni anche altre realtà localizzate Bcc, come quella di Banca Annia (Venezia, Padova e Rovigo). Considerando che i punteggi toccano quote massime di 200 punti, anche nei casi peggiori c’è differenza se una banca sia sopra o sotto i 100. Se superiore, la penalizzazione potrebbe essere derivata dalla pubblicazione dei dati solo a cadenza annuale. Se inferiore, al mancato rispetto dei requisiti minimi.