Guerra e pandemia creano insofferenza e preoccupazione. Altroconsumo traccia un decalogo per non darla vinta ai rincari.
Non è che prima ne fossimo felici ma, oggi come oggi, spendere soldi per utenze, carburante e quant’altro è decisamente cosa diversa. Tutto questo, ora, fa la differenza. Ed è una differenza enorme.
E’ vero che la guerra è scoppiata alle porte dell’Europa e che le detonazioni a Kiev o Mariupol fanno un rumore terribilmente vicino. Sia su un piano geopolitico che economico, generando psicosi nemmeno sempre giustificate in una popolazione europea già duramente provata dalla pandemia. Per questo ritrovarsi di fronte a una bolletta a due zeri abbondanti e all’insegna di un distributore che segna cifre sopra i 2 euro, è un colpo decisamente forte da assorbire. Il problema è che l’aumento ha riguardato una varietà importante di settori. Non solo il carburante ma anche gli alimenti hanno subito, in alcuni casi, un innalzamento del prezzo base. Questo non significa che sia legittimo lasciarsi prendere dal panico.
Nei giorni scorsi, alcuni supermercati italiani hanno fatto i conti con la crisi dei carrelli pieni. Una caccia alle scorte dovuta sia alla possibilità, paventata dalle autorità, che alcuni prodotti possano diminuire a causa delle tensioni economiche dovute alla guerra, sia dalla comprensibile preoccupazione che l’escalation possa andare anche oltre i confini dell’Ucraina. Senza contare che la pandemia non è ancora passata, anche se la copertura mediatica è ora decisamente meno consistente rispetto a un mese fa. Tutto vero e tutto giusto ma, in tempi come questi, mantenere la lucidità di pensiero è essenziale. Riflettendo sul fatto che, a volte, basta seguire delle semplici regole per evitare di essere travolti dallo tsunami della crisi.
Rincari e risparmio: il vademecum di Altroconsumo
A tracciare una sorta di guida ai tempi di rincari è l’associazione Altroconsumo, che monitora l’andamento dei beni di largo (e larghissimo) consumo e indica un decalogo da seguire per i risparmiatori. Alle prese con la necessità di mantenere da parte il denaro e quella di dover fronteggiare comunque le spese quotidiane. Per i consumatori, secondo gli esperti, la capacità di ottemperare a queste esigenze è calata sensibilmente rispetto agli anni passati. Per questo bisogna fare attenzione non solo a quanto si compra ma anche a cosa. Spesso, infatti, la qualità dei prodotti non è solo nella marca. Capita quindi che i prodotti meno costosi vengano volutamente o inconsciamente ignorati, pensando di affidarsi al nome più che alla convenienza. Eppure, secondo Altroconsumo, i prodotti che spesso garantiscono miglior rapporto fra qualità e prezzo sono quelli dei discount.
In pratica, è essenziale anche un’attenzione particolare a dove si fa la spesa. Anche i discount, notoriamente più economici, hanno aggiornato i loro standard qualitativi. Passare ai prodotti di questi punti vendita, considerando che la spesa media delle famiglie, nel 2020, è stata di circa 6.300 euro, significherebbe risparmiare circa 1.700 euro. A ogni modo, non di solo spesa si vive. Anche i costi delle utenze possono fare la differenza sui conti della fine del mese.
Conoscere alla perfezione la nostra tariffa non è solo furbizia, ma anche buonsenso. Il passaggio al mercato libero, ad esempio, può essere una buona soluzione. E cambiare operatore, qualora il nostro gestore non fosse più conveniente, è parimenti sintomo di buon naso. Allo stesso modo, parte dell’attenzione dev’essere convogliata sul consumo domestico: tenere d’occhio i gradi e non esagerare con i termosifoni, mantenendo una temperatura sui 20 gradi massimo aiuterebbe a non gravare sul portafogli. Stesso discorso per gli elettrodomestici: attenzione e ponderazione nell’utilizzo, oppure classe energetica elevata.