Omettere di pagare il dovuto per un tragitto compiuto sulle autostrade italiane comporterebbe delle conseguenze. Anche se non è colpa nostra.
A pensarci bene non è così difficile prendere una multa. Molto spesso basta una distrazione, una svista, una dimenticanza. Le strade urbane diventano sovente luogo in cui metter mano controvoglia al proprio portafogli.
Diverso il discorso per quanto riguarda le autostrade. Il transito sui collegamenti stradali nazionali è regolato da normative abbastanza accessibili, tenendo presente che determinati tragitti richiedono un pagamento apposito. Il passaggio ai caselli è obbligato e, in tal modo, anche il saldo dell’accesso e della distanza percorsa. Difficilmente si potrebbe incorrere in qualche contravvenzione, almeno non quelle “ordinarie”. A meno che non si commettano infrazioni gravissime e, visto il contesto, estremamente pericolose. Eppure il rischio c’è ed è legato proprio alle normative che regolano il transito autostradale. Ovvero il pagamento del tragitto effettuato. Non è facile che accada ma potrebbe verificarsi l’omissione del dovuto, volontariamente o no.
Nel primo caso le sanzioni sarebbero pesantissime. Il rischio è addirittura quello del reato di insolvenza fraudolenta, punito con la reclusione fino a 2 anni e una multa che potrebbe toccare cifre superiori ai 500 euro. Le cose stanno diversamente quando l’automobilista, per ragioni altre alla sua volontà, si ritrova in condizione di non poter pagare l’autostrada. Come detto, si tratta di una circostanza che difficilmente può verificarsi ma che sarebbe bene non sottovalutare. In effetti, per quanto complicato, l’automobilista potrebbe non aver pagato quanto dovuto.
Autostrade, i casi di mancato pagamento: come risolvere senza problemi
Il pedaggio sulle autostrade può essere non pagato in modo involontario. Si tratta di casi limite, ad esempio la mancata disponibilità dei contanti o un inconveniente con il proprio bancomat. O magari, semplicemente, un difetto di trasmissione del Telepass. In quest’ultimo caso la risoluzione del problema sarebbe abbastanza agevole: basterà comunicare all’inserviente, tramite i microfoni a disposizione, il proprio numero di targa e rimandare il pagamento direttamente al sistema informatico della società gestente. Nelle altre circostanze, ossia nei casi in cui si debba attribuire il mancato pagamento a un problema tecnico di qualsiasi natura, prima di lasciare il casello occorrerà ritirare uno scontrino.
Sulla ricevuta in questione, saranno riportati i dati del veicolo e quelli del transito (data e ora, casello di entrata e uscita), oltre che naturalmente l’importo da corrispondere. Rimediare all’errore (che come abbiamo visto può anche non essere il nostro) non è così difficile: basta saldare il dovuto entro quindici giorni, così da non incorrere in sanzioni. Se si omette di regolarizzare la situazione entro questo termine, l’importo è destinato a salire. Inoltre, se la questione dovesse prolungarsi anche per tempi ulteriori, si potrebbe incorrere nel recupero del debito contratto, con aumento delle spese che verranno poste a carico dell’automobilista che ha omesso il pagamento. Senza contare la multa prevista dalla Polizia Stradale, che riceverà apposita segnalazione. Gli importi variano da 87 a 344 euro.