Il Ministero del Lavoro dà indicazioni ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza che, privi di Green Pass, partecipano ai Progetti Utili alla Collettività (Puc).
Il Ministero del Lavoro dà indicazioni per chi riceve il Reddito di Cittadinanza e, al contempo, non possiede il Green Pass. Una combinazione di fattori che riceve ora una regola precisa.
La circolare ministeriale spiega come evitare la decadenza del beneficio, ovvero procedendo alla rinuncia al fine di non perdere il sussidio, né per un periodo di tempo piuttosto lungo né in modo definitivo. La nota 2003 del 7 marzo 2022 si rivolge ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza che fanno parte dei cosiddetti Puc, ossia i Progetti Utili alla Collettività. I quali, fermo restando che il Green Pass dovrebbe restare valido almeno fino al 31 marzo (e forse anche per ulteriore tempo), sono tenuti a detenere obbligatoriamente il Green Pass base o rafforzato se lavoratori over 50. Per questi ultimi, infatti, l’obbligo della regolarità vaccinale sarà prolungata fino al 15 giugno.
Apparentemente potrebbe sembrare un controsenso. Ovvero optare per la rinuncia mentre, di fatto, si sta impiegando il Reddito di Cittadinanza come spinta lavorativa. Il tema è l’inconciliabilità fra le attività in quesitone e la mancanza della certificazione verde. La quale andrebbe a pregiudicare inevitabilmente la possibilità di poter effettuare il servizio di Puc. In questo modo, sarebbe impossibile adempiere al compito e, per questo, si paleserebbe il rischio di una sospensione. E infine di una revoca.
La nota ministeriale precisa che i beneficiari tenuti a partecipare ai Progetti e che abbiano compiuto 50 anni, avranno comunque l’obbligo del Super Green Pass. Indipendentemente dal settore e a patto che il lavoro sia svolto fra il 15 febbraio e il 15 giugno 2022.
Non basteranno né tamponi molecolari né Green Pass base. Gli over 50 dovranno dimostrare di aver eseguito regolarmente l’intero ciclo vaccinale, in ottemperanza alle normative ancora vigenti. Chiunque non fosse in regola, sarà considerato di fatto un assente ingiustificato (nota 8526/2021). E, in base a quanto previsto dalla norma, si rischierà la revoca.
A meno che, come suggerisce la stessa nota, il beneficiario non decidesse di rinunciare spontaneamente al Reddito di Cittadinanza, così da evitare la decadenza e ripresentare la richiesta di sussidio appena in possesso di Green Pass o qualora quest’ultimo non fosse più necessario in termini di legge. In sostanza, un modo per temporeggiare e decidersi nell’assolvere all’obbligo vaccinale. Oppure se restare della propria idea e rinunciare temporaneamente all’indennità.
Il Ministero, da parte sua, consiglia di seguire questa strada, così da evitare la decadenza del beneficio e accorciare i tempi in vista di una nuova eventuale richiesta. Cin la rinuncia, infatti, la domanda per il Reddito di Cittadinanza potrà essere effettuata immediatamente, o meglio, non appena si abbiano i requisiti giusti per richiederlo. In questo caso il Green Pass.
La decadenza del beneficio, viceversa, imporrebbe un’attesa di 18 mesi per poter presentare una nuova domanda. Sei se in famiglia sono presenti minori o disabili. Va detto che, come precisa anche il Ministero nella sua nota del 7 marzo, la certificazione verde (base) è obbligatoria anche per l’accesso agli uffici pubblici (per il momento). Quindi la questione potrebbe riguardare anche altri beneficiari, non solo quelli che figurano fra i partecipanti ai Puc. Il riferimento è a coloro che, periodicamente, partecipano ai colloqui e alle attività da svolgere in presenza.