Non circolano buone notizie tra gli esperti. Sembra che una nuova variante del Covid, Omicron 2, cominci a diffondersi sempre di più. C’è da preoccuparsi? Cosa dicono gli scienziati.
La variante Omicron, che sembrava segnare la fine della pandemia e l’inizio della circolazione endemica del virus, torna a “far paura”. In questi ultimi tempi, forse a causa dell’interesse dei cittadini verso il conflitto ucraino e la crisi economica, è passata un po’ “in sordina” la scoperta della nuova variante. Parliamo di Omicron BA.2, la “figlia” di Omicron 1, potremmo definirla. Oltre al nome scientifico, gli è stato affibbiato pure il soprannome di “stealth”, richiamando l’immagine dei caccia “invisibili”, quelli che eludono i radar per intenderci. Che sia un modo “gentile” per dire al mondo che questa variante “buca” i vaccini? È curioso, quantomeno, che comunque si sia fin da subito affrontato la pandemia come una vera e propria guerra. Come si può “vincere” contro Madre Natura? Ma, prima di alimentare panico e (ulteriore) terrore, andiamo a capire cosa hanno scoperto finora gli scienziati.
Omicron 2, contagiosità ed effetti
Fino ad oggi Omicron era considerata la variante dominante. In poco tempo era riuscita a “spazzare via” Delta, tranquillizzando però al tempo stesso la comunità scientifica. Grazie alla sua alta contagiosità ma agli effetti meno gravi, questa variante aveva fatto tirare un sospiro di sollievo al mondo intero. Nel mentre, la campagna vaccinale ha fatto il resto, dando “protezione” – quantomeno dalle forme più gravi della malattia – a gran parte della popolazione italiana e mondiale. Ma oggi le cose continuano a cambiare e a farci ripiombare nell’incubo.
Almeno al momento, comunque, sembra che Omicron 2 sia altamente contagiosa, ma non molto diversa dalla sua “sorella maggiore”. Son già diversi gli esperti a livello mondiale che stanno cercando di capire cosa potrebbe portare questa variante. Finora, però, nessuno si è sbilanciato, nonostante il virus abbia fatto le sue apparizioni negli States, in India, In Africa, e più vicino a noi, in Danimarca.
Le dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
L’Oms e il Technical Advisory Group, intanto, che non hanno mai smesso di monitorare l’andamento della “pandemia”, affermano quanto segue: “siamo a conoscenza di report e di segnalazioni su varianti ricombinanti, ma si tratta di un fenomeno naturale che può essere considerato un evento mutazionale atteso“.
Esistono poi studi e ricerche su queste varianti ricombinanti, una sorta di mix, che però non susciterebbero grandi allarmi. Le istituzioni infatti affermano che: “lo stesso processo di monitoraggio e valutazione viene applicato alle varianti ricombinanti, come per qualsiasi altra variante emergente. Le informazioni epidemiologiche e di sequenziamento attuali per questi ricombinanti non indicano alcun segno di trasmissione rapida o cambiamento nella gravità clinica. Solo pochi cluster sono stati riportati fino ad oggi e mostrano livelli di trasmissione ai contatti da molto bassi a quasi non rilevabili.”
I dati relativi alla vaccinazione-guarigione in Italia
In conclusione, sembra che almeno per ora non ci sia da preoccuparsi. La campagna vaccinale prosegue, l’89,59 % della popolazione italiana over 12 è completamente immunizzato anche col booster, il totale con almeno una dose sommati ai guariti senza alcuna somministrazione rappresentano il 94,29 % della popolazione over 12, ed esistono addirittura 1.616.328 cittadini (il 2,99 % della popolazione over 12) guariti senza alcuna somministrazione. (Fonte: Governo Italiano Report Vaccini) quindi c’è da sperare che anche questa variante segua le orme del suo predecessore e ci lasci in eredità solamente un “raffreddore” o poco più.