I furbetti del Reddito di Cittadinanza riescono ad eludere i controlli dell’INPS e a percepire in modo illecito la prestazione. Come è possibile?
Nuove storie di raggiri allo Stato si nascondono dietro il Reddito di Cittadinanza. Nonostante i controlli serrati dell’INPS e della Guardia di Finanza, i furbetti sembrano “vincere”.
Il pugno duro sulle verifiche sembra non essere sufficiente. Con la conferma dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza è stato garantito dal Governo un maggior controllo per evitare il ripetersi di storie di raggiri note fin dallo scorso anno. L’INPS e la Guardia di Finanza si sono impegnati per effettuare verifiche più accurate sui requisiti dichiarati dai percettori della misura. Nonostante ciò sembra che le pratiche illecite non si fermino e che diversi furbetti riescano tutt’oggi a sviare i controlli e a percepire illecitamente il Reddito di Cittadinanza.
Il Reddito di Cittadinanza si è sempre trovato nel bel mezzo di critiche, perplessità e dubbi sulla sua funzione nella società. Indipendentemente dall’incertezza che ha sempre circondato la misura, questa è stata confermata anche per l’anno corrente nonostante siano state aggiunte delle condizioni da rispettare proprio per evitare che i cittadini potessero raggirare il sistema.
Per quanto riguarda i requisiti di accesso si tratta principalmente di dati reddituali e patrimoniali. La prestazione vuole aiutare, infatti, la popolazione economicamente più fragile che necessita di un sostegno economico per vivere dignitosamente mentre cerca lavoro attivamente. I percettori dell’RdC hanno dovuto, dunque, presentare l’ISEE con riferimento al patrimonio relativo a due anni prima della data di presentazione della DSU. Ebbene, tante dichiarazioni ISEE riportano il falso, eludono i controlli omettendo beni di proprietà e redditi percepiti e riuscendo a far rientrare il furbetto tra coloro che soddisfano i requisiti di accesso alla misura. Quali sono i metodi utilizzati?
Finte separazioni tra coniugi e false uscite di uno o più figli dal nucleo familiare sono le soluzioni preferite dai furbetti del Reddito di Cittadinanza per aggirare lo Stato. L’obiettivo è uno, abbassare il reddito fino a rientrare nei limiti previsti dalla misura. Ogni mezzo per raggiungere lo scopo è lecito e questa iniziative fantasiose e truffaldine non riguardano esclusivamente i cittadini italiani ma anche gli stranieri. Quest’ultimi agiscono principalmente indicando un finto ingresso nel nostro Paese alla data necessaria per poter ricevere l’RdC. Requisito principale richiesto per accedere alla prestazione è, infatti, l’essere entrati in Italia da almeno dieci anni oltre ad avere la residenza da minimo due anni alla data di presentazione della domanda.
In altri casi, poi, i cittadini sfruttano il lavoro in nero per evitare di dichiarare i redditi percepiti e risultare “poveri” tanto da diventare percettori dell’RdC. Come non citare, poi, una finta residenza in un Comune dove non si è mai stati o un finto lavoro mai effettuato. La Guardia di Finanza sta scoprendo un numero di raggiri molto elevato. I furbetti continuano a cercare di raggirare il sistema ma il rischio di essere scoperti sta diventando, fortunatamente, sempre più alto.